L'Iran dice addio al dollaro: Teheran intende fatturare le esportazioni di petrolio in euro

L'Iran ama sempre prendersi gioco degli Stati Uniti. In realtà, è quasi un hobby per l'ayatollah, che ha mantenuto "morte all'America" come lo slogan semi-ufficiale del paese, anche mentre il Presidente Rouhani gioca al poliziotto buono con Obama e Kerry. Lo scrive Zero Hedge.
L'inchiostro era ancora fresco sull'accordo nucleare, quando Teheran ha condotto nuovi test missilistici, una mossa che certamente ha violato lo spirito della transazione, se non la sostanza. Due mesi più tardi, alcune navi iraniane si sono avvicinate a poche miglia dalla portaerei americana Truman che viaggiava in acque internazionali e hanno sparato alcuni razz e poi, alla vigilia dell'ultimo discorso sullo stato dell'unione del presidente Obama, "l'Iran ha sostanzialmente rapito 10 marinai americani in quello che è risultata essere una trovata pubblicitaria epica", prosegue il blog statunitense.
Tutto questo solleva seri interrogativi su quanto Teheran sia intenzionata a riprendere il rapporto con l'America, uno stato che per anni ha cercato di impoverire l'Iran come "punizione" per quello che l'Occidente riteneva essere il tentativo illegittimo di Teheran di costruire un'arma nucleare.
L'Iran è ora intenzionato a portare la produzione di greggio da circa 500.000 a 1 milione di barili entro la fine dell'anno, ora che le sanzioni internazionali sono state tolte. Nell'ultima umiliazione per Washington, Teheran ora dice che vuole essere pagata per il suo petrolio in euro, non dollari .

Da Sputniknews
L'Iran fatturerà le esportazioni di petrolio in euro basandosi sul tasso di cambio attuale con il dollaro al momento della fornitura delle materie prime: la decisione è motivata dalla volontà di Teheran di ridurre la dipendenza dalla moneta americana, segnala la “Reuters”.
L'Iran ha annunciato di voler rinunciare a ricevere dollari come pagamento del petrolio esportato, riporta la "Reuters" citando proprie fonti nella "National Iranian Oil Company" (compagnia petrolifera nazionale iraniana). E' dovuto al desiderio dell'Iran di liberarsi dell'influenza della valuta statunitense.
Secondo l'agenzia, Teheran intende fatturare le esportazioni di petrolio in euro. E' stato riferito che questo discorso riguarda i contratti con la compagnia francese "Total", la società spagnola "Cepsa" e la "Litasco", divisione commerciale della russa "Lukoil".
"Nelle nostre fatture sarà indicato il prezzo in euro. Dovranno pagarci in euro sulla base del tasso di cambio con il dollaro al momento della consegna delle materie prime", — scrive la "Reuters".
Inoltre nell'articolo si afferma che le autorità iraniane intendono convertire in euro le attività finanziarie congelate a seguito delle sanzioni, il cui valore in valuta statunitense equivale a circa 100 miliardi di dollari.


Quindi, fondamentalmente, l'Iran sta cercando di punire gli Stati Uniti per aver imposto anni di tirannia economica de-dollarizzando il commercio del petrolio.
E questo avviene in un momento in cui il petrodollaro è sotto tremenda pressione. Russia e Cina stanno già definendo le vendite di petrolio in yuan e il sistema di riciclaggio dei petrodollari è in crisi.
Se gli altri produttori dovessero allontanarsi dal dollaro come hanno fatto la Russia e l'Iran, un altro strumento dell'egemonia degli Stati Uniti verrebbe meno.

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Per tutti gli amministratori delegati di aziende petrolifere occidentali che vorranno accogliere l'invito di commerciare in euro con l'Iran, ad esempio Emma Marceglia alla presidenza dell'ENI, consigliamo di viaggiare poco in aereo per evitare un nuovo caso De Margerie.

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