Obama viene meno alle promesse: più truppe in Iraq


Nel 2014 Obama promise che, come parte della guerra degli Stati Uniti contro ISIS, non ci sarebbero state "truppe di terra in Iraq." Ieri, invece, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Ash Carter ha confermato che Obama non si sta comportando esattamente in maniera "onesta", quando, durante una visita a Baghdad, in cui ha incontrato i comandanti, il primo ministro iracheno Haider al-Abadi, e il ministro della Difesa iracheno, Khaled al-Obeidi US , ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno altri 200 soldati supplementari, aumentando il numero delle truppe Usa in Iraq a circa 4.100, e alcuni elicotteri Apache da impiegare nella lotta contro l'Isis.
Questo annuncio segue la notizia di due settimane fa, secondo la quale gli Stati Uniti "aumenteranno notevolmente" il numero delle forze speciali dispiegate in Siria per la stessa scusa: combattere lo Stato islamico, che esiste solo a causa di un'operazione della CIA per destabilizzare e rovesciare il governo di Assad in Siria.

E poi ci sono i soldi: "Per accelerare lo slancio" nella lotta contro Stato islamico, gli Usa forniranno fino a 415 milioni in aiuti finanziari ai peshmerga".
E mentre la guerra per procura in corso in Medio Oriente ha gradulamente abbandonato le prime pagine dei giornali, tutti questi rinforzi furtivi indicativo che qualcosa di molto più grande sta per scatenarsi nella regione.
Venerdì Reuters ha riferito che il Generale iraniano Qassem Soleimani è volato a Mosca per colloqui con la leadership militare e politica della Russia sulla Siria e le consegne di missili russi. Soleimani ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin e il ministro della Difesa Sergei Shoigu.
Lo scopo principale della sua visita sarebbe stato quello di discutere la consegna degli S-300 russi ma diverse fonti sostengono che Soleimani ha voluto discutere di come la Russia e l'Iran potrebbero aiutare il governo siriano a riprendere il pieno controllo della città di Aleppo.
Soleimani, comandante delle operazioni estere delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, è volato a Mosca nel luglio dello scorso anno per aiutare la Russia a pianificare il suo intervento militare in Siria e stringere un'alleanza per sostenere il presidente siriano Bashar al-Assad .

Sicuramente starà facendo la stessa cosa ora, e con gli Stati Uniti che distribuiscono sempre più truppe nella regione, è solo una questione di tempo prima che la Russia reagisca.

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