Dal Paraguay al Venezuela, la strategia del golpe blando: João Pedro Stedile con Nicolas Maduro


di Geraldina Colotti* - il Manifesto 13 maggio 2016
Golpe blando o golpe istituzionale. Di solito è preparato da una «guerra» di debole intensità, una «guerra» non convenzionale, giocata con armi mediatiche e giudiziarie atte a preparare il terreno per la deposizione dei presidenti non graditi a Washington: solitamente nel silenzio-assenso degli organismi internazionali.
Una pratica assai frequentata a partire da inizio secolo in America latina, quando il vento del «socialismo del XXImo secolo» ha cominciato a spirare nel continente, portando al governo Hugo Chavez in Venezuela, e gli altri componenti dell’Alba (l’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America, ideata da Cuba e Venezuela, a cui
hanno aderito Bolivia, Ecuador, Nicaragua…), ma anche i presidenti progressisti dei grandi paesi, come i Kirchner in Argentina o Lula da Silva e poi Dilma Rousseff in Brasile.
Il primo a fare le spese del golpe istituzionale fu Chavez. Il presidente de facto e capo degli imprenditori, Carmona Estanga, appoggiato da gran parte dei personaggi che animano l’attuale parlamento venezuelano, disse che il presidente si era dimesso, mentre era stato sequestrato. Poi toccò a Manuel Zelaya, in Honduras, sostituito da un governo de facto, nel 2009. E poi a Fernando Lugo, in Paraguay, il cui pretestuoso impeachment, lungamente preparato dal suo vice Fernando Franco, portò a un governo più gradito alle grandi consorterie internazionali. Quelle stesse che hanno puntato al Brasile, e che ora foraggiano l’opposizione venezuelana per cacciare dal governo l’ex operaio del metro Nicolas Maduro. Senza dimenticare la richiesta d’impeachment nei confronti di Cristina Kirchner che, per
il carisma di cui gode, resta un obbiettivo da abbattere.

Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autrice

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa