Ennesimo successo del “FMI” in Ucraina: presto niente soldi per le pensioni‏


di Eugenio Cipolla

Nadia Savchenko è finalmente libera. Un tweet di Petro Poroshenko lo ha annunciato alle 14 di ieri, ora italiana, festeggiando con trasporto l’atterraggio dell’aereo presidenziale a Boryspil, l’aereoporto di Kiev, con a bordo «la nostra eroe ucraina». L’ex top-gun era partita qualche ora prima da Rostov sul Don, città russa situata al confine con l’Ucraina, dove era avvenuto lo scambio con Yevgeny Yerofeyev e Alexander Alexandrov, i due cittadini russi condannati da un tribunale di Kiev e accusati di essere due spie di Mosca in territorio nemico. Il Cremlino ha fatto sapere che il presidente Vladimir Putin ha concesso la grazia a Nadia Savchenko per motivi umanitari, su richiesta delle madri delle vittime uccise dall’ex pilota dell’aviazione ucraina.
Si tratta di un grande successo di immagine per Petro Poroshenko, sempre alla prese con un continuo calo di popolarità, così come per Yulia Tymoshenko, che l’aveva candidata e fatta eleggere in Rada, ma di una magra consolazione per i cittadini ucraini, i quali nei prossimi mesi avranno a che fare con qualcosa di più urgente e importante: il crack del sistema pensionistico nazionale. La situazione ovviamente non è delle più rosee. Le riforme Yatsenyuk, spinte dal Fondo Monetario Internazionale, non solo non hanno salvato il paese dalla catastrofe finanziaria, ma hanno addirittura peggiorato la situazione. Nell’ultimo anno il deficit del Fondo pensionistico ucraino è aumentato di 65 miliardi di grivne, circa 2,6 miliardi di dollari, raggiungendo la spaventosa cifra di 145 miliardi di grivne, al cambio 5,8 miliardi di dollari. Un nonnulla paragonato agli enormi bilanci europei, un’enormità per un paese che dopo la caduta di Yanukovich ha praticamente dimezzato il proprio Pil.
Intervistato dal canale televisivo 112 Ucraina, ieri il ministro delle Politiche Sociali, Andrey Reva, ha parlato non troppo velatamente di possibili problemi futuri con i pagamenti delle pensioni. «Oggi abbiamo 26 milioni di persone in età lavorativa. Ufficialmente 16 milioni sono attive, mentre 10 milioni lavorano in nero o sono all’estero. Di questi 16 milioni 6 sono titolati a pagare su base volontaria, mentre solo 10 milioni pagano il contributo sociale unico. E questo è un problema». Per uscire dalla situazione attuale, secondo Reva, è necessario migliorare l'economia del Paese e mettere una politica che favorisca l’emersione dei salari sommersi. «Adesso – ha aggiunto – siamo in una situazione destinata a diventare una catastrofe con il pagamento delle pensioni, con un continuo deficit del fondo pensionistico».
Un’altra soluzione per Reva potrebbe essere l’aumento dell’età pensionabile per provare a coprire i buchi di bilancio. Tuttavia, questo non è un punto del programma del governo Groisman e negoziarlo all’interno della coalizione potrebbe essere alquanto difficile. Attualmente sono 12,5 milioni i pensionati in Ucraina e molti di questi vivono in condizioni di estrema povertà. A confermare la difficile situazione è anche il capo del Fondo pensionistico nazionale, Oleskiy Zarubny, che, come Reva, ha confermato il deficit di crescita a causa delle riforme Yatsenyuk. «Il deficit – ha detto - è cresciuto rispetto allo scorso anno e ciò è dovuto al fatto che si è quasi dimezzato il contributo sociale unico, che è la principale fonte di reddito per il Fondo pensione». Le voci circa un imminente crack del sistema pensionistico hanno allarmato la popolazione, tanto che il predecessore di Reva, Pavlo Rozenko, oggi promosso a vice premier, si è affrettato a rassicurare gli ucraini che il paese ha i fondi necessari nel bilancio statale e che l’aumento delle pensioni minime promesso ci sarà.

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