Sanzioni alla Siria, rinnovo burocratico ma il petrolio dall'opposizione continueremo a comprarlo

"Confermate le sanzioni "con procedura scritta", e sempre esentando l'opposizione armata (quale?)
A differenza degli uffici stampa ministeriali italiani, quello del Consiglio d'Europa risponde anche alle domande fatte da organi "di stampa alternativi".
Le domande inviate dall'Antidiplomatico il 28 maggio in merito alla riconferma delle sanzioni UE alla Siria avvenuta il 27 maggio, erano: 1) è confermata la revoca disposta nel 2013 per il petrolio venduto dall'opposizione? 2) è confermata la revoca che secondo i media era stata disposta nel 2013 rispetto all'embargo alle armi, sempre in modo da permettere scelte nazionali nell'invio di armi all'opposizione?
Su questo secondo punto non c'è stata risposta.
Sull'altra domanda, invece, ecco qui. Si noti anche come viene definita, enfaticamente, l'opposizione armata: Coalizione nazionale delle forze dell'opposizione e della rivoluzione. Voilà!
Ecco dunque la risposta di m.me Virginie Battu dell'ufficio stampa:
"Il Consiglio dell'Unione europea ha esteso le sanzioni contro il regime siriano con procedura scritta. Le sanzioni non sono state modificate, solo prorogate per un altro anno.
Per quanto riguarda le restrizioni all'importazione del petrolio siriano, a certe condizioni e previa consultazione con la Coalizione nazionale delle forze dell'opposizione e della rivoluzione, gli Stati membri possono autorizzare deroghe a questo divieto".
La domanda da fare al Consiglio (ma non all'ufficio stampa) sarebbe allora: quali Stati importano petrolio da zone occupate della Siria? E chi glielo vende?
Forse così "scopriremmo" come si finanziano i gruppi armati...fra i quali le porte girevoli sono la prassi da anni ormai.
Magari la Francia spera che Al Nusra (branca siriana di Al Qaeda) controlli qualche pozzo di petrolio, visto che nel 2013 il ministro Laurent Fabius disse che Al Nusra in Siria "Faceva un buon lavoro"?
Marinella Correggia

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