Il capolavoro della NATO: è in Europa uno dei dieci paesi più pericolosi al mondo


di Eugenio Cipolla

L’ultimo bilancio stilato stamattina dall’amministrazione presidenziale ucraina sulle attività militari delle ultime 24 ore in Donbass non è di certo tra i peggiori nella storia del conflitto, ma è senza dubbio significativo su ciò che sta succedendo nell’est del paese. «Durante l’ultimo giorno di ostilità – ha detto in conferenza stampa il portavoce dell’operazione ATO, Andrei Lysenko – sono rimasti feriti sette soldati ucraini, mentre per fortuna non registriamo morti». Gli attacchi nell’ultima settimana sono stati pesanti, ma soprattutto reciproci. Alle accuse ucraine, i filorussi rispondono sempre con puntualità e precisione.
Nella notte tra il 7 e l’8 giugno, ad esempio, secondo quanto rivelato da una fonte dell’agenzia di sicurezza dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk all’agenzia di stampa Donetsk, le unità delle forze armate ucraine hanno bombardato la raffineria di Dokuchaevsk, danneggiando fortemente la struttura. Il capo del villaggio di Zaytsevo, a nord di Horlivka, ha denunciato invece bombardamenti ucraini su alcune zone residenziali. «Questa notte – ha detto Irina Dikun – le forze governative hanno danneggiato undici case, sparando colpi di mortaio dalle loro posizioni nel villaggio di Zhovanka».
Che la situazione in Donbass sia peggiorata nelle ultime settimane lo conferma anche l’OSCE. «La situazione in Donbass è nettamente peggiorata», ha detto il vice presidente della missione di monitoraggio in Ucraina, Alexander Hug. «La scorsa settimana la SMM ha registrato un aumento dei casi di violazione del cessate il fuoco del 10% rispetto alla settimana precedente». La situazione più difficile sulla linea di contatto è sorta nell’area di Yasinovatskiy, dove è presente un checkpoint filorusso sulla strada tra Donetsk e Horlivka. Il ministero della Difesa ha dei separatisti di Donetsk ha dichiarato che le forze di sicurezza ucraine, in violazione agli accordi di Minsk, stanno cercando di occupare la zona cuscinetto.
Il contesto, dunque, rimane difficile. E con l’arrivo dell’estate e lo stallo nei colloqui diplomatici dei vari gruppi di contatto, le cose potrebbero addirittura peggiorare, portando a una nuova violenta escalation del conflitto, che ormai si trascina avanti da più di due anni. Conflitto che ha reso l’Ucraina uno dei paesi più pericolosi al mondo, almeno secondo lo studio pubblicato l’altro giorno dal Global Peace Index, che misura lo stato di “tranquillità” di un paese in base a 23 fattori, come la sicurezza nazionale, la situazione politica, il livello di spese militari e il rapporto con gli stati vicini.
Nel 2016 l’Ucraina è scesa al 156esimo posto su 162, risultando l’unico paese europeo nella top ten dei peggiori. Dietro l’ex repubblica sovietica si piazzano solo Siria, Sud Sudan, Iraq, Afghanistan, Somalia, Yemen e Repubblica centroafricana, mentre davanti si trovano paesi meno “pericolosi” come la Libia, il Pakistan, la Corea del Nord, la Repubblica democratica del Congo e la Turchia. Eppure nel 2013, ossia prima di Maidan e della guerra in Donbass, era appena 120esima, a trentasei posizioni da dove si trova attualmente. Il capolavoro della NATO è servito.

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