Fino a duemila soldati Usa-Nato entreranno in Ucraina nei prossimi mesi


di Eugenio Cipolla

Nonostante vada professando atteggiamenti distensivi, l’occidente nell’ultima settimana sta continuando imperterrito a lanciare segnali tutt’altro che concilianti nei confronti della Russia. Il primo è arrivato nel fine settimana a Varsavia, dove si teneva il vertice NATO. Durante il summit si è ricorso per la prima volta a un nuovo formato per discutere la crisi ucraina: il “Great Five”. A prenderne parte i primi c’erano i primi ministri e i ministri degli Esteri di Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito e Italia, ai quali, soltanto in un secondo momento si è aggiunta anche l’Ucraina, vera e unica artefice, secondo fonti diplomatiche, di questo formato sperimentale.
Le conclusioni, ovviamente, non potevano che essere scontate ed andare nella direzione di un totale e sempre più forte sostegno verso l’ex repubblica sovietica e lo sviluppo di nuove relazioni bilaterali Nato-Ucraina. Per ora non si è ancora riusciti a capire se il “Great Five” sostituirà in maniera definitiva il vecchio “Quartetto di Normandia”, dove di Stati Uniti e Italia non vi era traccia ed era al contrario presente la Russia. Molti analisti ritengono che si tratti di un segnale inviato al Cremlino sul mancato rispetto degli accordi di Minsk. Comunque vada, Mosca, attraverso i suoi emissari diplomatici, ha fatto già sapere di non aver gradito affatto l’ennesimo comportamento provocatorio dei leader europei. E infatti la prossima riunione del Consiglio Nato-Russia sarà tutt’altro che facile.
«Il tema principale che tratteremo – ha detto oggi Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo – è la decisione dell’alleanza sull’ulteriore aumento della presenza militare nelle regioni orientali e le implicazioni per la sicurezza europea. La parte russa intende porre in discussione la possibilità di coinvolgere i nostri partner finlandesi nell'iniziativa, il cosiddetto "Piano Niinisto" per migliorare la sicurezza aerea nella regione del Mar Baltico e sottolineare i rischi per la stabilità strategica derivanti dalla costruzione del sistema di difesa missilistica Usa-Nato in Europa».
A rendere i rapporti ulteriormente tesi, poi, c’è l’ennesima esercitazione congiunta Nato-Usa-Ucraina che si svolgerà sul territorio ucraino (a qualche centinaio di chilometri dal confine russo) a partire dalla prossima settimana e vista di cattivo occhio dalla Russia proprio perché “incastrata” tra il vertice Nato di Varsavia e il prossimo Consiglio Nato-Russia. Le esercitazioni ucraino-statunitensi Sea Breeze prenderanno il via il prossimo 18 luglio. Ad annunciarlo è stata la portavoce del ministero della Difesa ucraino, Oksana Gavrilyuk. «Le esercitazioni si svolgeranno nelle regioni di Odessa e Nikolajev, così come nella parte nord occidentale del Mar Nero», ha detto la funzionaria citata dall'agenzia di stampa "Unian". Le manovre si concentreranno sulla simulazione di un'operazione multinazionale di sicurezza in un'area di crisi.
La formazione prevede un aumento del livello di fiducia e di sicurezza nelle regioni del Mar Nero, così come una maggiore interoperabilità tra le forze navali ucraine e le marine dei paesi membri della NATO. I piani già approvati prevedono sul territorio ucraino la presenza, per un massimo di 25 giorni, di duemila soldati degli Stati Uniti e di altri paesi membri della Nato, con armi ed equipaggiamenti militari, 15 navi, 5 sottomarini, 12 tra aerei ed elicotteri e 100 blindati corazzati. Quest'anno le Forze armate ucraine prenderanno parte a dieci esercitazioni multinazionali, quattro delle quali si svolgeranno nel territorio del paese. Nel dicembre 2015 l'Ucraina aveva adottato una legge apposita per permettere l'ammissione di contingenti militari stranieri sul proprio territorio nel 2016, al fine di l'esecuzione di manovre militari internazionali congiunte. Piccoli dettagli per alcuni, ma per Mosca è l'ennesimo campanello d'allarme.

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