Turchia: cresce il malumore verso Usa. Quale futuro per la NATO?


di Ornella Bertorotta*

Le reazioni poco calorose degli alleati tedeschi e americani, che durante il tentato golpe hanno voluto attendere un eventuale successo dei militari ribelli, invece di prendere le distanze, ha reso furioso Erdogan che adesso potrebbe avvicinarsi al Cremilino, generando una mini catastrofe nell'universo Nato.

La prima visita all'estero del "sultano" sarà in Russia, da Putin. Un segnale inequivocabile di avvicinamento tra Russia e Turchia, dopo l'abbattimento del caccia russo a ottobre dello scorso anno.

Nella direzione opposta i segnali di allontanamento dall'alleanza atlantica.

Il blocco della base aerea di Incirlik, durante il golpe, può essere letto invece come qualcosa di più di quello che traspare dalle dichiarazioni ufficiali, ovvero dell'attuazione di un blocco temporaneo per permettere di arrestare tutti i golpisti.

Erdogan ha capito che qualcuno oltreoceano ha tramato per farlo fuori, e che prima di essere scoperto ha abbandonato la pistola fumante (i militari ribelli) sul luogo del delitto.



Uno scenario di forti e continuative tensioni con gli Stati Uniti non è da escludere e potrebbe far precipitare ulteriormente la situazione, ponendo la Turchia di fronte all'opzione di scegliere nuovi alleati, anche e soprattutto nella lotta al terrorismo.

Non è sfuggito infatti che i recenti attacchi terroristici in Turchia possano essere un avvertimento sanguinoso al Governo turco, per il cambio di politica estera. Erdogan sarà pure un dittatore sanguinario, ma di certo non si farà trovare impreparato la prossima volta.

Intanto aumenta l'avversione della società turca verso Nato e USA. Ieri manifestazione dell'area islamica più vicina a Erdogan presso la base USA di Incirlik.
Circa 5000 manifestanti hanno chiesto la chiusura della struttura, che oltre all'aviazione USA impegnata nella campagna "contro" l'Isis, ospita almeno 90 ordigni nucleari.

I giornali turchi in questi giorni hanno avanzato più di un sospetto del coinvolgimento della CIA nel tentato Golpe, mentre l'estradizione di Gulen, oppositore di Erdogan auto esiliatosi negli USA, rischia di diventare un caso diplomatico acuendo ancora di più la palese spaccatura tra Turchia e Stati Uniti.

Il M5S ha presentato una mozione alla Camera e al Senato, in cui si chiede di sospendere il processo di adesione della Turchia nell'UE e conseguentemente l'accordo sui profughi siriani, fino a che Ankara non avrà ripristinato la basilari regole democratiche.

Secondo alcuni analisti, dal 15 luglio nelle repressioni post golpe, sono state coinvolte almeno 40 mila persone, tra cui molti membri delle forze di sicurezza e dell'esercito, ma anche del mondo islamico e delle università.

Per capire cosa avverrà nel Paese bisogna attendere la visita in Russia del 9 agosto e gli effetti del cambio di strategia politica della Turchia nel conflitto siriano. Se la Turchia dovesse intraprendere con decisione un processo di distensione verso Russia e Siria, si potrebbe profilare anche la sostanziale fine della crisi siriana, ma è ancora troppo presto per dirlo.

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