Tra il serio e il faceto: Obama e' preoccupato di un futuro in cui uno dei suoi successori potrebbe essere in grado di 'condurre guerre perpetue in tutto il mondo'

In un'intervista con il New York Magazine, Barack Obama si è detto preoccupato di un futuro in cui uno dei suoi successori potrebbe essere in grado di "condurre guerre perpetue in tutto il mondo, la maggior parte di queste tenute segrete, senza la necessità di assumersi la responsabilità o affrontare un dibattito democratico ".

Una situazione preoccupante per il presidente degli Stati Uniti alla fine del mandato, che potrebbe verificarsi se il Congresso dovesse in qualche modo disinteressarsi degli attacchi dei droni effettuati dal governo all'estero e smettesse di fissare più garanzie a riguardo. Il presidente ha espresso un senso di urgenza nel rafforzamento di questi poteri di garanzia in un momento storico che vede entrambi i candidati alla Casa Bianca propensi ad intensificare l'uso della forza militare all'estero. ( Dopo il rilascio dell'intervista il portavoce della Casa Bianca ha rettificato la parte dell'intervista sulle preocccupazioni future di Obama, precisando che Obama stava in realtà parlando di come si sentiva prima di aver introdotto le sue riforme).

"Mi fa piacere che la sinistra abbia fatto pressioni su questo tema [durante i miei due mandati]", ha detto il capo dello Stato Usa.

Tuttavia, il leader democratico ha detto che i droni militari, quando vengono utilizzati in modo limitato, sono da preferire a qualsiasi altro metodo per eliminare i nemici all'estero poichè causano meno danni collaterali. "La gente, credo, non sempre si renda conto che il tasso di vittime civili [...] è significativamente più basso con questi interventi precisi che con mezzi militari convenzionali", ha assicurato il presidente.

Fortemente criticato all'estero e da una frangia della sinistra americana di usare droni per eseguire gli individui presentati come terroristi oltre i confini degli Stati Uniti, Barack Obama ha negato di aver mai nascosto le sue intenzioni "Questa è una cosa che sempre mi ha sorpreso: non ho mai detto di essere un pacifista", ha detto francamente alla rivista americana il premio Nobel per la pace 2009.

Lo scorso luglio, diversi media hanno citato funzionari statunitensi che avevano stimato in 100 il numero totale di civili uccisi dai droni Usa - una cifra che, però, non teneva conto delle vittime nei paesi in cui gli Usa sono militarmente impegnati, come la Libia, Pakistan, Somalia e Yemen.

Altre fonti parlano di un numero maggiore di vittime: l'organizzazione dei diritti umani Reprieve ha stimato in più di 4.000 il numero di persone uccise dai droni americani, mentre ilBureau of Investigative Journalism ha riferito che più di un migliaio di persone sono state uccise in Pakistan, Somalia e Yemen.

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