Intervista a Sergey Baburin: "Il governo russo dovrebbe fare di piu' per fermare la NATO"


Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore alcuni stralci dell'intervista a Sergey Baburin pubblicata da AlbaInformazione.


di Danilo della Valle


Sergey Baburin è da sempre una figura controversa del mondo politico russo. Deputato della Duma nel 1990, è stato uno dei protagonisti nel 1993 delle rivolte contro le riforme economico-sociali del governo liberista di Eltsin che si conclusero con un bagno di sangue e con l’esercito che sparò sul Parlamento, dove erano asserragliati molti deputati e parte dei manifestanti. Baburin ha ricoperto varie cariche politiche ed accademiche, è oggi vice-Presidente dell’Accademia russa della Scienza ed uno degli editori della rivista “Slavi”, oltre ad esser membro dell’Istituto giuridico Europeo “Justo”. È stato candidato alle ultime elezioni parlamentari con il Kprf, anche se il suo movimento rimane autonomo e con posizioni divergenti da quelle del Partito di Zyuganov, facendo capo ad una area nazionalista e conservatrice.

[...]

Passando alle questioni di politica internazionale, dove lei è sempre stato molto attivo, oggi un fronte molto caldo è quello siriano. La Russia sta facendo la sua parte nell’aiuto della popolazione locale e nel combattere il terrorismo, come pensa possa risolversi la crisi?

Dal 2011 sono il Presidente del Comitato russo di solidarietà con il popolo libico e con il popolo siriano. Posso dire che oggi la Russia fa giustamente il suo dovere aiutando il popolo siriano, ma a mio avviso il governo dovrebbe riuscire a fermare la Nato in maniera più decisa. Credo che la pace si possa raggiungere solo con il governo legittimo attuale, che è l’unico a poter garantire la pace in Siria. Se Assad dovesse andare via, la situazione potrebbe precipitare come è successo nella Libia di Gheddafi, e ciò comporterebbe delle conseguenze catastrofiche.


Anche in Donbass, nel cuore dell’Europa, la situazione sembra ancora molto calda e la soluzione sembra non esser così vicina, con le parti in causa ancora molto distanti nel trovare un accordo che possa far cessare veramente questa guerra. I media Occidentali hanno puntato varie volte il dito contro la Russia, rea di aver aizzato la popolazione a ribellarsi dopo il Maidan ed il conseguente golpe di Kiev.

Per quanto riguarda il Donbass, il governo Russo non è mai stato l’iniziatore di questi eventi ma era interessato solo alla Crimea, dopo che la sua popolazione si è ribellata al Maidan, ed organizzare una situazione stabile lì.
Per questo quando gli abitanti di Lugansk e Donetsk, di loro iniziativa, hanno cercato di copiare ciò che è accaduto in Crimea, il Cremlino è rimasto spiazzato, non sapendo che fare.
Alla luce dei fatti attuali, credo che la Russia debba prendere una decisione definitiva sul Donbass: o riconoscere queste Repubbliche come Indipendenti o garantire che il popolo del Donbass vada a referendum, ed accettarne il verdetto, facendole diventare eventualmente parte della Russia, come è accaduto per la Crimea. Purtroppo la fazione liberale all’interno di Russia Unita non vuole che ciò accada per le ripercussioni economiche che una decisione del genere può avere sulla Russia, e il Presidente Putin si è convinto di questo che i liberali dicono.
Oggi la Russia aiuta la popolazione del Donbass in via non ufficiale, nonostante tutto però le sanzioni ci sono lo stesso e se la Russia avesse fatto ciò che a mio avviso andava fatto non sarebbe cambiato molto rispetto ad ora. Fortunatamente è scattata una grande solidarietà nei confronti della popolazione del Donbass, non solo da parte del popolo e del governo russo ma anche da parte di molti movimenti e partiti Europei. Se vogliamo, lo stesso governo Ucraino usa una doppia faccia verso il Donbass; fa la guerra alla popolazione ma poi continua a comprare prodotti da loro. Credo che da un lato al governo ucraino converrebbe riconoscere il Donbass indipendente, è sempre stata una regione non gradita a Kiev perché impedisce la creazione di una Ucraina Occidentalizzata in toto, è una questione storica questa. L’aspetto che frena il governo Ucraino è che se dovessero riconoscere le Repubbliche indipendenti, probabilmente ci potrebbero essere problemi anche nell’Ucraina del Sud e nelle altre città dell’Est che sarebbero portate a seguire le orme della Crimea e del Donbass: a Kharkov, Dnipropetrovsk, Odessa, Mariupol c’è una forte tradizione russofona.

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa