Per Nardella la sinistra "moderna" non si deve occupare dei lavoratori. Un NO il 4 Dicembre per salvare l'art.1 della Costituzione

Nardella è il più renziano dei renziani. Talmente renziano che alla Emilio Fede a volte si lascia andare a dichiarazioni che il capo ha la dignità di sottintende solamente.

Intervenendo a Radio 1 la scorsa settimana dichiara senza tanti giri di parola che la sinistra, per essere moderna, non è che può più perdere più troppo tempo con i lavoratori. Nel resoconto che ci fornisce Huffington Post: “Come ha detto ieri Renzi, la sinistra che conserva e non vuole cambiare si chiama destra. Questa idea di vecchia sinistra per cui i lavoratori vanno sempre bene e difesi anche quando sono assenteisti, anche quando sono inefficienti. Combattere tutto questo non è di destra, volere la riforma della pubblica amministrazione è un tema di una sinistra moderna”.



Capito il concetto. Per i pochi lavoratori che Renzi ha risparmiato ancora, per i pochi che in questo paese hanno ancora il privilegio del lavoro il messaggio del partito "democratico" è chiaro: i nostri referenti sono altri (in particolare le oligarchie finanziarie e bancarie che impongono il CETA e il TTIP).

Nel primo articolo della Costituzione italiana si esprimono due concetti cardini di tutto il nostro ordinamento - la nostra Repubblica è fondata sul lavoro e la sovranità appartiene al popolo. Ora capite perché il renzismo, per conto e su mandato di poteri transnazionali chiari, vuole distruggerla?

Il 4 dicembre il NO a Renzi e Nardella sarà anche un messaggio chiaro di un paese che vuole finalmente tornare a porre il lavoro al centro della nostra Repubblica e restiuire la sovranità al popolo italiano.

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