Le minacce del Financial Times e una certezza: dal 5 dicembre inizia la vera lotta


"Up to eight of Italy’s troubled banks risk failing if prime minister Matteo Renzi loses a constitutional referendum...". Inizia così l'editoriale di oggi del Financial Times.

Proprio quando cominciavamo a preoccuparci, con l'endorsment del no dell'Economist (che poi ha scritto il contrario il giorno dopo), il Financial Times (l'altro giornale della finanza mondiale) torna a minacciare la popolazione italiana, utilizzando gli stessi toni intimidatori di Goldman Sachs: "La vittoria del No potrebbe far fallire fino a 8 banche italiane" - Monte dei Paschi di Siena, la Popolare di Vicenza, Carige, Banca Etruria, CariChieti, Banca delle Marche e CariFerrara.

"Renzi ha promosso una soluzione di mercato per risolvere i problemi da 4.000 miliardi di euro del sistema bancario italiano". E nel caso di dimissioni di Renzi i banchieri temono "la protratta incertezza durante la creazione di un governo tecnico". Si tratta di un articolo grave, lesivo della sovranità del nostro paese, che, a parte le dichiarazioni di Lorenzo Codogno e quello nemmeno tanto in linea con l'editoriale di Nicolas Veron, perlopiù cita "banchieri" e "funzionari" di Bruxelles anonimi. "Sono preoccupato. Sono preoccupato", il Financial Times lo fa dire ad un "senior official" anonimo.

"Banchieri e funzionari" non precisati, conclude il Financial Times, "possono immaginare" in caso di vittoria del NO un governo tecnico d'accordo con Bruxelles e Francoforte per un "bail in" sistemico delle banche vulnerabili italiane, che sono emerse tra le più deboli negli stress test di due anni fa e di quello dell'estate scorso. "In un bail in, Bruxelles potrebbe permettere alcune compensazioni...", lascia intendere il giornale della finanza.

Il Financial Times era lo stesso che nel 2008 scriveva che le preoccupazioni su Lehman Brothers erano preoccupati e che da quell'anno ad oggi ha sbagliato tutto ciò che era possibile sbagliare in termini di previsioni e analisi economiche.

Ma il giornale della finanza mondiale ha un'agenda politica e la persegue.

Se a questo punto però avete ancora qualche dubbio su quali interessi economici e poteri ci siano dietro la controriforma della Costituzione di Renzi, l'unica spiegazione possibile è che avete un interesse per mentire a voi stessi. Se avete, inoltre, ancora qualche dubbio che l'unico possibile riscatto di libertà, sovranità e diritti passi per la vittoria del NO, avete un interesse per mentire a voi stessi. Se, tuttavia, avete ancora qualche dubbio che queste oligarchie finanziarie utilizzeranno tutto il loro immenso potere per annullare il voto popolare e imporre un governo tecnico, siete degli ingenui. La vittoria del 4 dicembre del No deve segnare l'inizio della lotta, non un traguardo. Dal giorno dopo inierà lo scontro più duro, perché sarà con i veri avversari e non con i loro burattini.

Alessandro Bianchi

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