Il Venezuela si scaglia contro l'ingerenza occidentale in Siria


"Prendiamo atto che dall'inizio del conflitto armato (in Siria) cinque anni fa ci sono alcuni membri del Consiglio, direttamente coinvolti in questa guerra sanguinosa, che ancora antepongono le loro particolari agende geopolitiche a spese del popolo siriano", ha dichiarato, ieri, il rappresentante permanente del Venezuela presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), Rafael Ramirez.

Il diplomatico venezuelano ha fatto queste osservazioni durante il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) per respingere una risoluzione sulla situazione nella città siriana di Aleppo (nord), affermando che "il Venezuela è convinto che la risoluzione non riflette in modo appropriato la situazione sul terreno."

La risoluzione, respinta anche da Russia e Cina, prevedeva un cessate il fuoco di sette giorni per facilitare l'arrivo di presunti di aiuti umanitari ai civili all'interno della città. Nel frattempo, secondo diversi esperti, i ripetuti appelli occidentali per un cessate il fuoco a Aleppo orientale sono solo un tentativo di salvare i terroristi.

In questo senso, Ramirez ha aggiunto: "Alla Siria è stata imposta una guerra terribile e alcuni paesi hanno sempre sostenuto i gruppi terroristici", e poi ha spiegato che l'unico modo efficace per sconfiggere gli estremisti e porre fine alla situazione terribile che attraversa il popolo siriano è la collaborazione tra la Russia e la Siria nel paese arabo.

Allo stesso modo, l'ambasciatore del Venezuela ha condannato i recenti attacchi da parte dei gruppi armati della cosiddetta opposizione moderata nei confronti di un ospedale da campo russo e al personale umanitario ad ovest di Aleppo, nel corso del quale sono morti due medici russi.

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