"Da tempo nelle società liquide assistiamo a una crescente distanza tra la realtà e l’informazione che consumiamo. Un’informazione che, sempre meno ancorata a fatti verificati, lascia il posto a percezioni ed emozioni. Così è facile invitare l’elettore a votare con la pancia". A dichiararlo in un'intervista a Sette del Corriere della Sera è Lilli Gruber. Volendo intervenire nel dibattito sulla cosidetta "post verità" - che sta portanto importanti autorità italiane come Laura Boldrini, il ministro della giustizia Orlando e il presidente dell'AntiTrust Petruzzelli a chiedere di fatto la censura della rete - la Gruber ha di fatto sintetizzato alla perfezione il suo lavoro degli ultimi anni al Tg 1, prima, e a Otto e Mezzo poi.
P.s. Nel resto dell'intervista la giornalista parla di globalizzazione, Trump, Brexit, populismi e Putin con la sagacia di chi si può permettere una chiosa di questo tipo: "Nel 2016 abbiamo sconfitto l'Isis. Diciamo che quando la comunità internazionale ha deciso che andava combattuto, così è stato. Ma il brand, il marchio Isis non è morto". Ma, cara Gruber, abbiamo chi?
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