I compiti per il nuovo anno

di Albano Nunes

da “Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese

Traduzione di Marx21.it

Il trattamento mediatico della storica liberazione di Aleppo e di tragici avvenimenti come quello dello scorso 19 dicembre a Berlino non ha nulla a che vedere con la verità dei fatti e tanto meno con la spiegazione delle loro cause. Al contrario, il suo proposito è quello di confondere e disorientare. Si cerca di far perdere il filo di quanto avviene nel caotico quadro internazionale perché sia interiorizzata l'idea stupida che il tempo della lotta per valori e ideali è finito e che “non esiste alternativa”, anche se ciò è smentito quotidianamente dai fatti. Vorrebbero che dimenticassimo da dove veniamo e dove andiamo e che spazziamo via dalla memoria dei popoli lotte che hanno aperto la strada alla liberazione sociale e umana. Vorrebbero seminare la sfiducia nei confronti della lotta organizzata e della possibilità di creare una nuova società senza sfruttati né sfruttatori. Vorrebbero che ci arrendessimo lasciando il campo libero all'insaziabile avidità del grande capitale imperialista.


L'esperienza storica dimostra che un tale proposito è destinato all'insuccesso. Ma dimostra anche che deve essere fermamente combattuto perché possano ritardare il meno possibile i cambiamenti necessari. Cambiamenti che sono iscritti nella natura stessa del capitalismo e che sono il prodotto delle sue insanabili contraddizioni. Cambiamenti che l'approfondimento della crisi strutturale del capitalismo rende sempre più necessari e urgenti, ma che potranno realizzarsi solo attraverso l'intervento rivoluzionario delle masse popolari. Cambiamenti che esigono partiti comunisti e rivoluzionari che si identifichino profondamente con i lavoratori e i popoli dei loro paesi e che cooperino strettamente tra loro sul piano internazionale. Cambiamenti che implicano un'azione persistente in cui la lotta per obiettivi parziali deve sempre avere come orizzonte il superamento rivoluzionario del capitalismo e la costruzione di una società socialista e comunista.


E' con questa convinzione, che il XX Congresso ha rafforzato, che il PCP affronterà l'anno che ora inizia. Una convinzione che si basa sull'analisi della situazione internazionale segnata da grande instabilità e incertezza, in cui si pongono grandi interrogativi sul modo con cui le diverse fazioni della classe dominante affronteranno la crisi profonda che il sistema capitalista attraversa e, più specificatamente, su come gli USA cercheranno di contenere il declino relativo della loro influenza sul piano mondiale ed “essere nuovamente grandi”. Una situazione segnata dalla pericolosissima deriva securitaria con l'attacco aperto a libertà e diritti fondamentali in cui, con il pretesto della “sicurezza contro il terrorismo” e del “pericolo populista” - come in Francia e ora in Germania – ciò che la classe dominante fa è mostrare i muscoli e preparare una risposta violenta alle inevitabili esplosioni di malcontento e rivolta popolare contro le sue politiche e contro il sistema stesso. Una situazione in cui l'imperialismo sta provocando la destabilizzazione generalizzata delle relazioni internazionali e minaccia il mondo con conflitti di catastrofiche proporzioni. Ma in cui prosegue la resistenza e la lotta dei lavoratori e dei popoli e in cui si manifestano nuove avanzate progressiste e rivoluzionarie.


Gli interrogativi e le preoccupazioni con cui entriamo nel nuovo anno sono molto grandi, ma non ci spaventano e neppure ci paralizzano come pretenderebbero i nostri avversari. Al contrario, ci sfidano e ci stimolano a mettere in pratica le decisioni del XX Congresso del Partito, l'arma fondamentale per la mobilitazione fiduciosa e militante di tutto il nostro collettivo. E per dare ancora più forza alle celebrazioni del centenario della Rivoluzione Socialista di Ottobre, affermando e confermando la validità e l'attualità dell'ideale e del progetto comunista.

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