Siria, i colloqui di Astana: i partecipanti, le priorità e le condizioni di Damasco


Qui il testo originale articolo sulle prospettive dei colloqui di Astana in merito al conflitto siriano

I colloqui, in programma per lunedì prossimo, nella capitale kazaka, sono i primi dopo la vittoria altamente simbolica del presidente Bashar al-Assad ad Aleppo, la seconda città della Siria riconquistata in pieno nel mese di dicembre da parte delle truppe siriane sostenute dall'aviazione russa e dai combattenti iraniani e di Hezbollah.

L'annuncio il 29 dicembre scorso del presidente russo Vladimir Putin per un cessate il fuoco, insieme alla convocazione dei negoziati a Astana, il prossimo 23 gennaio, ha sancito che Mosca e Teheran hanno assunto il controllo del dossier siriano, sostenute da Damasco e da Ankara, che appoggia i ribelli.

Per la prima volta dall'inizio del conflitto siriano nel 2011, gli Stati Uniti non svolgono più il ruolo di "padrino", anche se la diplomazia russa sottolinea che è "giusto" che la nuova amministrazione nordamericana di Donald Trump sia invitata ai colloqui di Astana.

Se l'incontro avrà esito positivo, potrebbe aprirsi la strada per i negoziati sotto l'egida delle Nazioni Unite il prossimo 8 febbraio a Ginevra.

Jaafari contro Allouche

Le delegazioni del governo siriano e dei "ribelli" saranno condotte dagli stessi rappresentanti dei negoziati infruttuosi tenuti in Svizzera negli ultimi anni.

L'ambasciatore siriano alle Nazioni Unite, Bashar Jaafari, guiderà la squadra di governo, secondo il quotidiano Al-Watan, vicino all'esecutivo siriano, mentre la delegazione dei ribelli sarà guidata da Mohammed Allouche, un leader del gruppo finanziato Arabia Saudita Jaish al-Islam (Esercito dell'Islam), secondo una fonte di opposizione.

La rappresentaza ribelle "sarà puramente militare con un team tecnico in materia politica e giuridica" fornito dall'Ufficio del comitato di negoziazione (HCN) dell'opposizione ha spiegato Zabou Osama Zeid, consigliere giuridico delle fazioni ribelli.

Altri milizie parteciperanno ad Astana: Faylak al-Sham, Battaglione del sultano Murad, Brigata Shuhada al-Islam (martiri dell'Islam), Tajammoe fa-Stakim, Jabhat al-al-Shamiyya, e altri piccoli gruppi di Aleppo.

E secondo una fonte del ministero degli Esteri russo, citata da AFP, i negoziati dovrebbero durare "diversi giorni" e i ministri degli esteri non saranno presenti.

Le priorità dei colloqui di Astana

Nel corso di una conferenza stampa, oggi, il capo della diplomazia russa ha fissato le priorità di questi colloqui.
Primo obiettivo: "Consolidare il regime del cessate il fuoco", ha detto Sergei Lavrov. Questa tregua rispettata a livello globale, non si applica alle zone controllate dalla milizia jihadista wahhabita, ISIS, Daesh in arabo e il gruppo Fatah al-Sham (ex al-Nosra, Al-Qaeda in Siria).

Secondo obiettivo di Mosca: ottenere "la partecipazione di combattenti dei leader sul campo di battaglia nel processo politico".

Il ministro degli Esteri russo ha spiegato che l'elenco di questi signori della guerra non dovrebbe essere limitato solo a quei gruppi ribelli che hanno sottoscritto nel mese di dicembre una tregua con l'esercito siriano. "Quelli che vogliono unirsi a noi dovrebbero essere in grado di farlo", ha aggiunto, i jihadisti sono comunque esclusi da queste discussioni.

Lavrov ha ricordato le condizioni dell'intervento russo iniziato il 30 settembre 2015, affermando che Damasco era sul punto di cadere in "due o tre settimane nelle mani dei terroristi."

Pochi dettagli sono trapelate sul programma dei colloqui. Ma il fatto che i ribelli e non l'opposizione siriana con sede all'estero, sono stati invitati potrebbe indicare che le discussioni saranno più militari che politiche.
A differenza dei precedenti tentativi di negoziati, Astana sarà "un incontro tra le persone che competono nel controllo degli armamenti e dei territori", ha precisato Sergey Lavrov.

Le condizioni di Damasco

Secondo il quotidiano Watan governo siriano parteciperà ad Astana per cercare una soluzione politica della crisi. "Non si facciano illusioni quelli che credono che Damasco recherà ad Astana per la cessazione delle ostilità, come ad alcuni piace dire, ma solo per consolidare il cessate il fuoco. Damasco andrà nel quadro della sua visione per una soluzione politica globale della guerra in Siria ... e, di riproporre, il controllo e la sovranità dello Stato su tutto il territorio siriano", ha precisato il giornale.

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