150 anni de la Stampa: un nostro sincero augurio

La Stampa compie 150 anni. "Il futuro, la nostra sfida", scrive il direttore Maurizio Molinari.

Dopo aver percorso tutta la storia dell'unità d'Italia, il compleanno che si regala oggi il quotidiano della Fiat è una fake news, in tema, del resto, con il triste trend intrapreso nell'ultimo periodo...



Quest'articolo viene pubblicato nonostante il monito e il documento rilasciato ieri dalla Presidente della Camera Laura Boldrini che chiedeva a viva voce BASTA BUFALE, tanto da "consigliare" alle imprese di smettere di erogare pubblicità ai siti che diffondono notizie false e ai social network come Facebook di collaborare con gli editori per evitarne la diffusione. Esattamente quello che sta accadendo negli Stati Uniti, in Germania e Francia, tre paesi che, come l'Italia, vedono le corporazioni mediatiche sull'orlo del baratro del fallimento per l'assoluta mancanza di credibilità dopo anni e anni di menzogne.

Del resto, la Stampa non è sola, basta guardare che foto sceglie Repubblica in quest'articolo sulla Siria per compredendere il livello comatoso attuale dei giornali italiani. Ma il bersaglio, purtroppo, non è il mainstream, bensì quella rete che ha permesso di smascherarli.

Errori possono capitare in un percorso così lungo, ci mancherebbe. Chi lavora, sbaglia. E' capitato di commetterne come redazione di AntiDiplomatic, nel nostro breve percorso di vita, e li abbiamo subuto riconosciuti per non perdere ciò che riteniamo più importante nel nostro lavoro d'informazione quotidiana: il rapporto di credibilità con i nostri lettori.

Alcuni utenti twitter ci ricordano alcuni de la Stampa che pesano più di altri nella storia del giornale:

Dagli anni '90 ad oggi, poi, le posizioni del giornale che ha come editore il gigante Fiat-Chrysler ha assunto posizioni troppo schiacciate su quella propaganda globalista, eu(rope)ista, filo Nato fino a raggiungere, in particolare nell'ultimo periodo, livelli sinceramente insostenibili per chi non voglia offendere l'intelligenza dei suoi lettori.

Ci sarebbe bisogno di uno scatto d'orgoglio di una professione che sta portando la carta stampata al fallimento.
Nell'ultimo periodo, in particolare, la Stampa ha deciso di trasformarsi nel traduttore italiano delle "notizie" del giornale di Amazon (che ha firmato un contratto plurimilionario con la Cia che raramente si ricorda), il Washington Post, da cui è partita tutta quella montagna di complottismo e finzione che porta il nome di "hacker russi", "cyber-propaganda russa" e "fake news indotte dal Cremlino".

Montagna di complottismo e finzione che hanno minato irremediabilmente la credibilità del giornale di Torino, nonché essere ridicolizzata da recenti studi di Standford e da rapporti dell'Intelligence tedesca.

"La nostra sfida, il futuro", scrive Molinari. Ma forse, consiglio non dovuto, è meglio pensare al non roseo presente.

La speranza de la Redazione de l'AntiDiplomatico è che il giornale della Fiat possa dare quello scatto d'orgoglio nella seconda metà del secondo secolo di vita, nel sincero augurio che possa essere molto migliore del primo.

La Redazione

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