Ecuador: sfida elettorale per la Revolucion Ciudadana. Cambia la leadership dopo dieci anni di Correa



di Federica Zaccagnini

Dopo due mandati e mezzo, l’adozione di una nuova Costituzione e la profonda ristrutturazione dello Stato nella chiave del socialismo del secolo XXI (umanitaria e solidale) Rafael Correa non si ricandida alle elezioni presidenziali che si realizzeranno domenica 19 febbraio.

Sono sette i candidati alla presidenza che concorrono. Il favorito è Lenin Moreno (vicepresidente di Correa durante i primi sei anni di governo) che va in binomio con Jorge Glass (candidato vicepresidente e già vicepresidente di Correa negli ultimi quattro anni). Tra i principali avversari politici al candidato di governo, dato in vantaggio dai maggiori sondaggisti del paese, approssimativamente allo stesso livello si collocano Guillermo Lasso e Cintia Viteri. Entrambi con una proposta di destra, neoliberista che si contrappone duramente alle politiche sociali e di recupero del ruolo dello Stato portate avanti da Correa. Lasso è inoltre legato a doppio mandato a quel settore bancario responsabile del Feriado bancario del 1999, che volatilizzò i risparmi di una intera classe media nazionale.

Ma, chi è Lenin Moreno?

Moreno inizia la sua vita professionale come docente finché non decide di intraprendere un’esperienza imprenditoriale nell’ambito turistico e della promozione del paese. Nel 1998 subisce una rapina a causa della quale sarà ridotto su una sedia a rotelle. In un Ecuador neoliberista, con una continua riduzione della spesa sociale, nel pieno della crisi economica e dell’applicazione dei precetti del Washington Consensus, si trova ad affrontare il problema della disabilità con le sue sole forze. Lo Stato era per lui (nonostante tutto più fortunato della media) assente perché a quell’epoca la priorità del paese era pagare il debito e continuare ad indebitarsi per pagare i debiti esteri pre-esistenti. Mentre si smantellava lo stato sociale e si distruggeva il sistema produttivo del paese, ci si avviava alla scelta della dollarizzazione dell’Economia. Ciò peggiorò la situazione economica e sociale, e consacrò il paese ad essere un esportatore di materie prime. Spinto dunque dal desiderio di contrastare la realtà nel suo intorno, alla sua maniera, e di condividere la sua esperienza e cercare di aiutare nel modo in cui gli fosse possibile chi si trovava nelle sue stesse condizioni, si dedicherà a fare il motivatore per le persone disabili ed i loro famigliari. Scriverà libri divulgativi di supporto morale e svilupperà una sua teoria dell’umore volta proprio a sostenere psicologicamente e socialmente le persone con disabilità. Proseguendo il suo impegno a livello micro una volta eletto vicepresidente il progetto di migliorare la qualità della vita delle persone e delle famiglie con disabilità diventa prioritario nel governo di Correa, e si dedicherà a due progetti emblematici per il paese:

1)la geo-localizzazione di ogni singolo disabile (non dimentichiamo che stiamo parlando di un paese che si compone di complessi territori abitati: dalle Ande all’Amazzonia e dalle zone rurali della costa, alle isole in parte mantenute allo stato primordiale per via della necessaria conservazione delle specie) con la finalità di fornire assistenza costante alle famiglie con persone disabili: assistenza psicologica, servizi medici, assistenza specifica, strumentazioni (arti artificiali, sedie a rotelle, etc.) necessari per alleviare o migliorare la loro condizione.

2) Sistema di erogazione di aiuti monetari alle famiglie e attribuzione di abitazioni di edilizia statale per i casi più gravi.

Quando, dopo sei anni, lascia la vicepresidenza Moreno collabora con le NN.UU. sempre sul tema dell’abolizione delle discriminazioni provocate dalla condizione di disabilità. Viene anche candidato al Nobel per la pace.

Ecco che oggi torna in campo in prima persona, insieme a Jorge Glass, entrambi supportati da Rafael Correa per proseguire la politica economica solidale per il Buen Vivir, ma anche per continuare il proprio cammino verso lo sviluppo sostenibile. Qui assume un ruolo importante, infatti il candidato vice presidente –abbinato a Moreno. Jorge Glass infatti è l’uomo, che dalla vicepresidenza, ha spinto –negli ultimi quattro anni- quel processo necessario al paese per uscire dal sottosviluppo economico: cambiare la struttura produttiva del paese, uscire dall’esclusiva produzione di esportazione di materie prime, smettere di importare ogni risorsa energetica che non sia il petrolio grezzo, e ogni tipo di prodotto. Oggi l’Ecuador ha fatto passi da gigante in questo senso, ma non è ancora sufficiente.

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