Roberta Lombardi - "Caso Alitalia, a pagare non siano ancora i lavoratori"


di Roberta Lombardi*

Punto e a capo. Siamo un’altra volta punto a capo. E ad ogni nuovo stop e ripartenza a rimetterci siamo sempre tutti noi, nessuno escluso.

Caso Alitalia, febbraio 2017. Dopo continue ricapitalizzazioni e cambi di assetti societari, fallimenti annunciati, restyling e soprattutto i quasi 10 miliardi di soldi pubblici elargiti direttamente ed indirettamente alla ormai ex compagnia di bandiera, ecco che dalle banche arriva l’ennesima ideona: sono pronte a riversare nuovi soldi nell’impresa a patto di tagliare il costo del lavoro. Le retribuzioni del personale, dicono, devono essere equiparate a quelle delle compagnie low cost.




Strano! Perché il costo della componente lavoro in Alitalia è già in linea con quelle dei vettori low- cost e comunque più basso tra le grandi compagnie europee. Eppure l’azienda vuole tagliare, tagliare, tagliare! E da subito! Già dal primo marzo vuole far scattare la riduzione del 20 per cento in busta paga, bloccare gli scatti d’anzianità che da annuali dovranno diventare quinquennali e ridurre le giornate di riposo. Altro che difesa dei privilegi del personale Alitalia, come se i dipendenti stessero scioperando per viaggiare gratis come la stampa di regime ogni giorno ci propina! Eppure questo è il messaggio passato. Non importa che tutte le recenti analisi abbiano evidenziato che il costo maggiore in Alitalia non è rappresentato dalla forza lavoro ma:

1. da un programma di manutenzione motori che costa all’Azienda il 30 per cento in più rispetto ai concorrenti, per l’assurda decisione di chiudere Alitalia Mantinance Systems la storica officina motori di Alitalia;
2. dai leasing fuori mercato degli aerei;
3. dalle operazioni volo durante le fasi di decollo e atterraggio;
4. da come è gestito il carico del carburante non sapendo, l’attuale management, nemmeno sfruttare le basse quotazioni petrolifere per contratti assicurativi capestro;
5. dai servizi di handling (a terra) che Alitalia paga il 15% più delle altre compagnie e dai tantissimi, e molto spesso misconosciuti, sprechi (nuove livree, corsi di formazione inutili ecc. ecc.) che fanno la felicità dei manager, questi si intoccabili! che resistono in Azienda nonostante tutte le cordate avvicendatesi dai tempi di Cimoli in poi!


La “nuova” Alitalia targata Etihad ha comportato 2.251 esuberi, adesso girano voci di altri 2000 possibili nuovi licenziamenti! A rimetterci sono sempre i lavoratori. Noi diremo di no! I lavoratori sono pronti a fare la loro parte, sono disposti a fare i sacrifici, ma solo dopo gli intoccabili dirigenti e ad un serio piano industriale degli azionisti che dia una reale connotazione di business a questa Azienda. Tocca a loro adesso!

Oggi i lavoratori di Alitalia sono in sciopero e ci sarà una manifestazione a Fiumicino. Noi saremo con loro, perché come M5S non possiamo tollerare che siano sempre i lavoratori a pagare. Come tutti siamo in attesa del piano industriale che leggeremo con attenzione, pronti a convocare i vertici Alitalia in Parlamento. Perché una cosa è certa: non vogliamo l’ennesimo Piano miope come quelli che l’hanno preceduto ma che effettivamente rappresenti una svolta per il futuro della nostra compagnia di bandiera.


*Deputata del Movimento 5 Stelle. Post Facebook del 23 febbraio 2017

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