Smontiamo l'ultima bufala russofoba dei media: Navalny non è “il capo dell’opposizione in Russia”


Nelle scorse settimane la notizia della condanna di Alexey Navalny, blogger e “capo dell’opposizione” russa secondo i maggiori media occidentali, aveva fatto il giro del mondo. Ci avevano raccontato come il crudele e spietato dittatore Putin avesse, tramite una manovra giudiziaria, fatto fuori un candidato “temibile” in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Della cosa avevamo parlato qui, smontando la tesi sostenuta dal mainstream. Tuttavia, c’è da fare chiarezza sul ruolo di “capo dell’opposizione russa” e “sfidante temuto” da Putin assegnato a Navalny dai giornalisti europei e americani? E’ davvero così?

Davvero Putin ritiene l’avvocato-blogger uno capace di insidiare il suo ruolo di leader del Cremlino?

A conti fatti sembra essere l’ennesima fake-news dei media occidentali. Vediamo perché.

Del fatto che Navalny non fosse esattamente uno sfidante capace di dare del filo da torcere a Vladimir Putin lo avevamo già scritto in quest’altro articolo, dove facevamo chiarezza riguardo alcune falsità scritte dal Fatto Quotidiano. Navalny non lo era già il mese scorso, prima della condanna, e lo è ancora meno oggi che il centro demoscopico Levada, non certo controllato dal Cremlino, ha reso noti i nuovi risultati sul rating di Navalny. Eccoli nel dettaglio.

Alla domanda “voterebbe Navalny se si candidasse presidente della Russia” solo l’1% ha risposto “sicuramente sì”, mentre il 9% ha risposto “probabilmente”. Contro di lui si sono espressi l’83% degli intervistati, con un 6% di persone che non ha saputo rispondere. A livello di considerazione, non va meglio. Il 3% dei russi dichiara di provare “rispetto” per Navalny, il 4% “simpatia”, il 35% “indifferenza”, il 23% “antipatia” e un altro 20% “irritazione e avversione”. A conti fatti non sono proprio numeri da capo dell’opposizione temibile.

In realtà, nessuno tra gli oppositori di Putin lo è. L’area politica che si contrappone al presidente è piuttosto frammentata e poco apprezzata dai russi, che vedono da sempre diffidenza le aperture filo-occidentali di alcuni esponenti dell’opposizione. Mercoledì scorso, sempre Levada, ha diffuso le nuove rilevazioni sulla situazione politica nel paese. Il 53% dei russi pensa che attualmente il paese si stia muovendo “nella giusta direzione”, contro un 31% che pensa il contrario. Il rating di Putin rimane sostanzialmente stabile, con un 84% degli intervistati che “approva” il lavoro del leader del Cremlino. Contro il suo operato solo il 15% dei cittadini della Federazione (a gennaio le percentuali erano rispettivamente 85% e 14%).

A livello di fiducia, Vladimir Putin rimane il politico ritenuto più affidabile dai cittadini russi, con il 52% di rating. Dietro di lui Serghei Shoigu (22%), ministro della difesa, e Serghey Lavrov (22%), ministro degli affari esteri. A sorpresa, l’oppositore per il quale i russi nutrono più fiducia risponde al nome di Vladimir Zhirinosky (14%), il quale supera Dmitry Medvedev di due punti e Gennady Zyuganov, capo del partito comunista di 5. Uno scenario molto complesso e sicuramente molto distante da quello descritto negli ultimi mesi dai più grandi network di informazione occidentali. Quel che è certo è che Alexei Navalny non è “il capo dell’opposizione” russa, perché un capo dell’opposizione degno di questo nome avrebbe l’appoggio del popolo, non quello dei poteri forti.

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