Putin: "Attacco chimico ad Idlib una flase-flag. Abbiamo informazioni che ce ne potranno essere altre"


Nel giorno della visita con il Presidente italiano Mattarella e del rifiuto del meeting con il Segretario Usa Tillerson, il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha dichiarato di essere in possesso di informazioni che “tali provocazioni, in un altro modo non posso chiamarle, si stanno preparando in altre regioni della Siria, tra cui la periferia di Damasco, dove ci si accinge a lanciare di nuovo una qualche sostanza e accusare del suo uso le autorità ufficiali siriane".

La vicenda di Idlib, ha proseguito il presidente russo, ricorda gli eventi del 2003 quando gli Stati Uniti con le "presunte armi chimiche" scoperte al regime di Saddam Hussein "hanno iniziato la campagna in Iraq che ha provocato la distruzione del paese e la conseguente nascita dello Stato islamico: abbiamo già visto tutto".
Putin ha ribadito l'invito a indagare correttamente su ciò che è accaduto ad Idlib con l’apertura di un’inchiesta formale da parte delle Nazioni Unite.



Sulla possibilità di una nuova operazione false flag in Siria è intervenuto anche il Colonnello Generale Sergey Rudskoy che ha detto che i militanti stavano trasportando agenti tossici in diverse parti della Siria, tra cui nella Ghouta orientale, luogo dell'incidente chimico del 2013 che gli Usa stavano utilizzando per pretesto per un intervento armato. Poi si è scoperto che a utilizzare le armi furono i “ribelli”.

“Queste azioni sono volte a creare un nuovo pretesto per accusare il governo della Siria di attacchi chimici e provocare nuovi raid da parte degli Stati Uniti”, ha concluso.

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