‘ONE BELT, ONE ROAD’: IL PROGETTO CINESE NON È UN COMPLOTTO MA UN GRANDE SOGNO


di Tom McGregor

Pechino è impegnata a spendere più di 1.000 miliardi di dollari per costruire grandi progetti infrastrutturali che riguardano i Paesi coinvolti nelle regioni Asia, Africa, Medio Oriente, Europa, Oceania e Asia centrale.

L'iniziativa gioverebbe agli Stati partecipanti nel momento in cui la Cina aiuterà i governi sovrani a costruire centri ('hub') per la logistica - strade, ferrovie, porti, ponti e aeroporti, centri di produzione (industrie, cantieri di produzione edilizia), zone di produzione energetica con centrali elettriche, e nuovi centri finanziari.

I progetti sono molto costosi e potrebbero richiedere decenni per essere del tutto implementati, ma si tratta di un'opportunità 'win-win' per le imprese che sono presenti sul mercato globale dei commerci e degli investimenti.
Saranno create modalità più semplici per gestire il trasporto delle merci, le persone potranno muoversi con maggiore convenienza e ci saranno meno problemi nello scambio di valute estere quando saranno firmati accordi commerciali transfrontalieri.

Pechino sarà il principale Paese ad avvantaggiarsene, ma meritatamente

La Cina e le imprese cinesi sono destinate ad avvantaggiarsi più di altri della nuova situazione, dal momento che Pechino potrà ridurre ad esempio la sovrabbondanza nella propria produzione di acciaio, e gli appaltatori cinesi potranno ottenere la massima priorità nella costruzione di infrastrutture essenziali per gli altri Paesi coinvolti nel progetto.

Ma, considerando che Pechino è il maggior investitore del "Belt and Road", essa merita il diritto di determinare le regole generali del progetto, a condizione che gli altri Paesi accettino le condizioni pattuite. Se ci sarà disaccordo, allora il progetto potrà essere realizzato in un altro Paese che lo desidererà ancora di più.

Ha un significato profondamente pragmatico per la Cina investire così pesantemente in progetti infrastrutturali a livello mondiale, e aspettarsi dunque un minimo di ritorno da questi investimenti.

Per esempio, il CPEC (Corridoio economico Cina-Pakistan) prevede un audace piano per aprire nuove fabbriche, centrali elettriche e centri medici sul lato pakistano del confine.

Le imprese cinesi riceveranno in cambio generosi canoni di locazione a lungo termine e basse aliquote fiscali, vicine allo zero, per i prossimi 30 anni.

Una nuova era per gli aiuti esteri e per il business

Tuttavia gli economisti pakistani sostenitori del "Pakistan First" hanno denunciato l'accordo come un furto di terra a vantaggio della Cina, ma essi trascurano il semplice fatto che senza CPEC il Pakistan non avrebbe sufficienti investimenti diretti esteri (IDE) per trasformare le sue condizioni economiche da molto tempo sopite in uno sviluppo sostenibile a lungo termine.

Per questo la costruzione del Corridoio sino-pakistano rimane in fase di stallo con inutili e dannosi ritardi burocratici, e sembra improbabile che giungerà a buon fine in tempo brevi.


Pechino sta imparando la dura lezione che nessuna buona azione resta impunita.

Il Corridoio sino-pakistano offre una grande opportunità di sviluppo per le aziende pakistane, perché in questo modo possono condurre più affari con la Cina.

Ma i politici pakistani, i giornalisti e gli attivisti del Paese rimangono sospettosi circa le motivazioni di Pechino. Le ‘teorie del complotto’ sono circolate vorticosamente circa il fatto che con la “Belt and Road” i governi sarano costretti ad avere rapporti con Pechino per sempre.

Invece di vedere i benefici economici del progetto, i detrattori della “Belt and Road” sono giunti alla conclusione che è meglio per i loro Paesi non costruire infrastrutture se i cinesi ne sono coinvolti, e non importa quanto siano generosi i termini dell’accordo.


Superare le diffidenze aderendo alla Banca Asiatica degli Investimenti e delle Infrastrutture (AIIB)

Il progetto cinese di “Belt and Road” offre vantaggi reciproci per tutte le nazioni che vi aderiscono.

Se avete bisogno di più linee ferroviarie da utlizzare per l'esportazione delle merci su rotaia all'estero potete fare una telefonata alla Cina.

L'AIIB (Banca Asiatica per gli Investimenti e le Infrastrutture) è stata istituita da Pechino per servire come un meccanismo di finanziamento per realizzare grandi progetti infrastrutturali.

Già 64 Stati si sono iscritti all’AIIB, ma Stati Uniti e Giappone non hanno ancora aderito.
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump saltando a bordo del progetto potrebbe spuntare un accordo migliore sul commercio, mentre il Primo ministro giapponese Shinzo Abe potrebbe con la sua firma ridurre le tensioni sino-giapponesi.

Il presidente Trump ha anch’egli promesso di ricostruire le infrastrutture degli Stati Uniti, ma questo potrebbe costargli più di 1.000 miliardi di dollari. L'AIIB potrebbe fornire questi capitali così importanti per i costruttori americani che sono già con i macchinari pronti.


Trovare l'armonia al prossimo meeting sulla “Nuova via della seta” (Silk Road Summit)

Questo mese [di maggio 2017] il governo cinese ospiterà il ForumBelt & Road, invitando i governi e i business leader di tutto il mondo. È prevista anche la partecipazione del Presidente russo Vladimir Putin.

Mediatori finanziari e funzionari di alto livello dei governi potranno discutere sui vantaggi e i rischi della cosiddetta “Nuova via della seta” (altro nome del progetto “Belt and Road”), mentre Pechino deve vigilare affinché il progetto non venga lanciato con motivazioni devianti.

I ‘teorici della cospirazione’ anti-cinesi non potranno mai cambiare il loro parere negativo circa il “Belt and Road”, ma altri governi con posizioni più neutre potranno partecipare al forum e scoprire da soli se il “Belt and Road” è l'affare giusto per loro.

E mentre pensano a questo, il progetto “Belt and Road” potrebbe venire incontro ad una semplice domanda: desiderate che i cinesi costruiscano ferrovie ad alta velocità per il vostro Paese o no?

Traduzione di Giuseppe Dibello

Fonte: Sputnik International - https://sputniknews.com/analysis/201705041053268849-china-one-belt-one-road-big-dream/

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