Cuba: il paese con la più rapida crescita di internet... o il contrario?



di José Manzaneda - coordinatore di Cubainformación

(Traduzione di Francesco Monterisi*)

I grandi media internazionali continuano a sottolineare che il governo di Cuba ostacola lo sviluppo di Internet per "timore della libertà di informazione" (1). Un argomento che ogni giorno è più debole.

Rivediamo: nell'ultimo anno l'utilizzo delle reti sociali nell'isola è aumentato di un 346% (2); negli ultimi due anni il numero dei punti collettivi di navigazione è passato da 155 (3) a 1006 (4), tra sale chiuse (5) e zone Wi-Fi (6); si raddoppiò la larghezza di banda internazionale (7); e, più importante, l'insieme di utenti è aumentato di un 50% (8), passando da 3 milioni, nel 2014, (9) a 4,5, nel 2016 (10).

Nonostante che, con un 40% della popolazione utente, sia ancora in ritardo nella regione (11) e che i prezzi di connessione continuino ad essere molto elevati (12), Cuba è -oggigiorno- il paese, dell'area, con la più rapida crescita nell'accesso a Internet (13).

Si sta sviluppando, in diverse province del paese, un processo di apertura delle linee Internet per le abitazioni, finora riservate a certe professioni (14). Ed accordi con le multinazionali USA, come Google, grazie alle eccezioni al blocco approvate dalla Casa Bianca, hanno migliorato la velocità di download dei contenuti (15).

Non sembra che questo corrisponda, precisamente, alla strategia di uno Stato che limita, censura o teme Internet, come i media continuano a ripetere; la cui principale fonte d'informazione sono le relazioni della cosiddetta Freedom House (16).

Freedom House è definita dai media, come l'agenzia EFE, come "un'organizzazione internazionale non governativa che promuove le libertà e la democrazia nel mondo" (17). Curiosa "ONG internazionale", che è sostenuta, nell'80%, con fondi del governo USA (18) (19) e che, dal 1941, fa parte dell'apparato di intelligence e propaganda del Dipartimento di Stato, del Pentagono e della CIA 20). Freedom House, infatti, fu presieduta, per anni, da James Woolsey, ex direttore dell'Agenzia Centrale d'Intelligence (21).

Dal 1995, Freedom House sviluppa, contro il Governo cubano, programmi di propaganda, di destabilizzazione politica e finanziamento della cosiddetta "dissidenza" , con fondi del Dipartimento di Stato, NED ed USAID; tutte entità dipendenti dalla Casa Bianca.

Attualmente, il focus di Freedom House è posto sul Venezuela. Non per nulla concedeva il suo ultimo premio "Libertà" a Luis Almagro, segretario generale dell'OSA e uno degli artefici dell'attuale assedio politico internazionale al governo di Nicolás Maduro (23).

Che le prove della CNN o di El País, per accusare Cuba o Venezuela, siano i rapporti di questa copertura della CIA dovrebbe essere motivo di riflessione sulla connessione, ogni giorno sempre meno velata, tra i grandi centri del potere politico ed i loro portavoce mediatici (24).



*Pubblichiamo su gentile concessione dell'autore

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