Sette giorni di sconfitte per Washington e il vecchio ordine mondiale

di Federico Pieraccini


Sette giorni di sconfitte per Washington e il vecchio ordine mondiale

1. Cina e India in vista della riunione dei BRICS hanno messo fine alla disputa sul confine tra i due paesi nei pressi di Donglang Caochang. Un altro sogno dei policy maker americani, un conflitto tra le due nazioni, svanisce.

2. L'obbligo di inviare ulteriori truppe in Afghanistan dopo 16 anni di guerra, senza alcuna possibilità di cambiare il corso degli eventi. Una seconda dimostrazione palese, dopo l'Iraq, della inefficienza bellica americana nel controllare un paese dopo averlo bombardato ed invaso.


3. Il test nucleare Coreano ribadisce il deterrente nucleare di Pyongyang che impedisce aggressioni nordamericane in stile libico. Gli strateghi US sanno di non avere alcuna opzione militare e schiumano di rabbia.


4. La liberazione di Der Ezzur segna la fine simbolica del conflitto Siriano su grande scala e rappresenta l'inizio della fine per tutte le forme di terrorismo nel paese. Il tentativo maldestro e disumano di spezzare l'asse della resistenza è fallito e con esso le ambizioni americane israeliane britanniche e saudite di ridisegnare il Medio Oriente.






5. La riunione dei BRICS riassume e amplifica tutti questi recenti eventi e capitalizza sulle debolezze di un occidente diviso. La presenza di paesi come il Messico manda un segnale inequivocabile sulle ambizioni dei 5 paesi BRICS di accelerare la transizione pacifica ad un ordine mondiale multipolare.

Mentre negli Stati Uniti prosegue una latente guerra civile, compresi assalti politici inediti alla presidenza, il resto del mondo si evolve tentando, con successo, di risolvere i numerosi conflitti lasciati in eredità da Washington.

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