Gli USA invitano i gruppi "ribelli" a ritirarsi dal sud-est della Siria

I gruppi "ribelli" Yeish Usud al-Sharqiya e Ahmad al-Abdo, rami del sedicente 'esercito siriano libero', ESL, hanno rivelato, ieri, che i loro sponsor, tra cui gli Stati Uniti attraverso la CIA, l'Arabia Saudita e la Giordania, li hanno invitati a smettere di combattere contro l'esercito siriano ed i suoi alleati nella Siria sudorientale.

"C'è una richiesta ufficiale per uscire dall'area", ha dichiarato Badr al-Din al-Salamah, un comandante di Yeish Usud al-Sharqiya, citato dall'agenzia britannica Reuters.

Usoud al-Sharqiyah è uno dei principali gruppi "ribelli" della zona e destinatario dell'aiuto militare della coalizione anti-ISIS (Daesh, arabo) guidato dagli Stati Uniti. Queste bande si rifiutarono alla fine dello scorso agosto di aderire ad un altro invito del paese nordamericano per evacuare le loro posizioni nel confine siro-giordano.

Questa notizia coincide con la pubblicazione di una relazione, secondo la quale, l'ESL è in un momento in cui si ritrova circondato dalle truppe siriane lungo il confine giordano.

Le fonti diplomatiche occidentali hanno indicato che la richiesta è legata ad una decisione presa nel luglio scorso da parte dell'amministrazione del presidente nordamericano Donald Trump per bloccare il programma della CIA basato sull'addestramento, armamento e finanziamento dei gruppi "ribelli" che lottano per rovesciare il governo del presidente siriano, Bashar al-Asad.

In una lettera inviata ai comandanti "ribelli" e vista dalla Reuters, si legge che "anche se hanno combattuto coraggiosamente per difendersi dall'esercito siriano", la loro presenza in una piccola enclave ormai costituisce una minaccia per loro.

Le centinaia di combattenti di entrambi i gruppi non hanno ricevuto queste notizie di buon grado in quanto ritengono che il ritiro in Giordania significherebbe dissolversi le loro forze. In effetti, oltre a lasciare il territorio siriano, dovranno consegnare l'artiglieria pesante e decine di missili anti-carro statunitensi.

I comandanti "ribelli" sabato scorso in una riunione hanno dichiarato che preferirebbero "restare e morire" nel deserto che lasciare il campo di battaglia. Per il momento i miliziani sono ancora nei loro posti.

Intanto, ieri, l'esercito siriano ha proseguito la sua offensiva contro i "ribelli" al liberando altre posizioni confine con la Giordania, come si mostra nel video a seguire.


Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

F-16, "bersagli legittimi" e NATO. Cosa ha detto (veramente) Vladimir Putin

di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomaticoIl presidente russo Vladimir Putin ha visitato il 344esimo Centro Statale Addestramento e Riqualificazione del personale dell'aviazione militare del Ministero...

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa