Xi Jinping apre al mondo la “porta della Cina”



I riflettori del mondo sono puntati sul diciannovesimo congresso del Partito Comunista Cinese e il motivo è fin troppo semplice: la politica di Pechino non riguarda più solo la Cina ma ormai ha effetti e conseguenze su tutto il mondo. Lo sa bene, anzi benissimo, il segretario generale XI Jinping che, nel corso del discorso di apertura del congresso ha pensato bene di chiarire che “la porta della Cina è stata aperta e si aprirà sempre di più”.





La Cina del XXI secolo dunque si apre sempre di più al mondo e probabilmente è sempre più consapevole di poter giocare un ruolo di egemonia globale sotto diversi punti di vista. XI Jinping ha annunciato che continuerà la liberalizzazione dei cambi e dei tassi d’interesse cominciata da Pechino e soprattutto si è opposto con risoluta fermezza a qualsiasi iniziativa che possa in qualche modo minare il ruolo direttivo ed egemone nel Partito.

I cinesi, si sa, amano pianificare e progettare il futuro. Lo ha confermato ancora una volta Xi Jinping che ha sottolineato tutti i successi ottenuti negli ultimi anni e soprattutto ha confermato l’obiettivo della Cina di costruire una forte nazione entro il 2050. Basta però dare una breve occhiata alle cifre per verificare come l’economia cinese abbia raggiunto risultati davvero interessanti negli ultimi anni. Solo per fare un esempio il Pil della Cina è aumentato da 54.000 miliardi di Yuan a 80.000, un aumento non secondario che conferma un andamento di crescita progressiva.

Quanti accusano poi la Cina di aver sostanzialmente abbandonato il socialismo e i suoi ideali dovrebbero quantomeno rivedere le proprie posizioni in quanto è stato lo stesso Xi Jinping a constatare come “il socialismo con caratteristiche cinesi è entrato in una nuova era”. Dunque la natura “socialista” dell’economia e della società cinesi non sono oggetto di discussione, semmai si trovano in una fase di evoluzione e di progresso.

La più grande economia di un Paese in via di sviluppo insomma non ha alcuna intenzione di fermarsi e Xi Jinping ha colto l’occasione anche per opporsi a qualsiasi iniziativa mirata a minare la leadership indiscussa del Partito Comunista Cinese. Questo significa che ogni eventuale cambiamento che verrà deciso nei prossimi anni non dovrà in alcun modo mettere in discussione il ruolo direttivo e preminente del PCC.

Insomma, ancora una volta la Cina si dimostra un paese dalle risorse straordinarie che è stato capace di modernizzarsi e nel contempo anche di programmare il futuro sulla base di criteri di interesse nazionale molto diversi da quelli che ispirano le economie di tipo occidentale. Il fatto poi che Xi Jinping abbia sottolineato l’importanza di tenere “aperta” la porta della Cina al mondo conferma il fatto che Pechino abbia, per il XXI secolo, delle aspirazioni che vanno ben oltre l’Asia e abbracciano il mondo nella sua totalità.

Daniele Cardetta

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