Siria: Non riconosciamo Raqqa come una città 'liberata' finché non entrerà il nostro esercito


Il Ministro dell'Informazione siriano Mohamad Ramez Turyuman, ha ricordato che il cambio di gestione della città di Raqqa, ex roccaforte del gruppo terroristico ISIS (Daesh, in arabo) nel nord della Siria da parte delle forze curdo-siriane non suppone la liberazione di questa città poiché non è ancora sotto il controllo del governo centrale siriano.





"Noi non la considereremo una città liberata finché non entrerà l'esercito siriano e non sventolerà la bandiera siriana. E questo discorso vale per qualunque altro punto del territorio siriano", ha precisato Turyuman in un'intervista con l'agenzia di stampa russa Sputnik.

Allo stesso modo, il ministro siriano ha definito un'aggressione l'ingresso di soldati turchi a Idlib e anche la presenza militare degli Stati Uniti nella zona di Al-Tanf, nel sud della Siria, che confina con la Giordania e ha richiesto il rapido ritiro di forze "invasore" provenienti da tali aree.

Turyuman ha ribadito che il governo siriano non cederà nemmeno un centimetro del suo territorio nazionale, e ci sono già piani in corso per riprendere il controllo di tutto il resto delle aree sotto occupazione da parte delle forze straniere, terroristi e gruppi armati.

"Abbiamo il diritto di rispondere a questa aggressione nel momento giusto e nel modo giusto. L'esercito siriano stabilirà il controllo su ogni granello di sabbia della Siria da nord a sud e da est a ovest", ha precisato.

Inoltre, ha anche insistito affinché gli affari interni della Siria siano risolti con la partecipazione dei partiti siriani senza alcuna interferenza e ingerenza estera.

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