Yazidi sequestrati dall'ISIS: Gli USA e l'Europa non hanno fatto nulla per aiutarci


In un'intervista con l'agenzia di stampa russa Sputnik, pubblicata ieri, gli yazidi costretti a rifugiarsi nel campo profughi di Dohuk, nel nord dell'Iraq, hanno raccontato le loro esperienze terribili nel periodo in cui erano sotto l'autorità di Daesh.




"L'Europa, che parla del suo impegno per i diritti umani e le forze della coalizione guidata dagli Stati Uniti, non ha fatto niente", ha sottolineato Abdollah Shirin, un membro di questa minoranza etnica.

Spiegando le operazioni di soccorso, Shirin ha evidenziato che è riuscito a "salvare 334 persone" grazie all'aiuto dei suoi amici e dei suoi contatti in Siria, dal momento che prima dello scoppio della crisi in Iraq e in Siria aveva rapporti commerciali continui con i due paesi.

In questo contesto, ha ricordato nel proseguo dell'intervista,che la maggior parte degli yazidi rapiti durante l'attacco alla città irachena di Sinjar nel 2014 erano donne e bambini, compresi i membri della sua stessa famiglia.

Un bambino yazida di nove anni, che ha parlato in condizione di anonimato, ha detto che il Daesh ha ucciso i suoi coetanei a sangue freddo nella città siriana di Raqqa. "Quando eravamo prigionieri dell'ISIS, eravamo costretti a guardare video di persone uccise. Ci volevano intimidire e ci dicevano che avevano ucciso tutti coloro che avevano dato informazioni ai Peshmerga (forze curde). Ho visto con i miei occhi come hanno ucciso una donna proprio in mezzo a una strada a Raqqa colpita con un coltello al petto", ha raccontato.

Lo scorso gennaio, l'Ufficio per la minoranza yazida in Iraq ha dichiarato che il 75 per cento dei civili yazidi sono stati liberati dalle prigioni dell'ISIS dopo le operazioni di Mosul.

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