Pechino e internet, le novità del World Internet Conference tra “apertura” e “sovranità”



Tutto lascia presumere che la quarta edizione del World Internet Conference tenutasi a Wuzhen, in Cina, rappresenti una vera e propria svolta per quanto riguarda il mondo del Web. Tutti sappiamo come internet sia ormai entrato prepotentemente nella vita di tutti i giorni, al punto che è divenuto impensabile farne a meno, ancor più che il futuro sembra essere strettamente correlato proprio allo sviluppo di internet su scala planetaria.


Il governo cinese ha preso la decisione di promettere delle aperture su internet, ma a Pechino sembrano avere le idee molto chiare sul modo con il quale le autorità dovranno rapportarsi con lo sviluppo del web. Non sarà quindi uno sviluppo deregolamentato in quanto il governo cinese presterà molta attenzione a difendere il concetto di sovranità su internet. Come ha scritto il presidente Xi Jinping nel messaggio letto durante la World Internet Conference infatti, la Cina “vuole lavorare con la comunità internazionale per rispettare la sovranità del cyberspazio e promuovere partnership”.


A tenere il discorso programmatico a Wuzhen è stato Wang Huning (https://www.agenzianova.com/a/0/1730109/2017-12-04/cina-prosegue-a-wuzhen-la-world-internet-conference-2), membro dell’ufficio politico del comitato centrale del Partito Comunista Cinese, che ha dichiarato senza mezzi termini che Pechino ha intenzione di non lasciarsi sfuggire le opportunità derivanti dallo sviluppo di internet. Apertura e sicurezza, sono questi i due concetti chiave che definiscono l’atteggiamento del governo cinese nei confronti della diffusione della rete globale di internet.


Negli ultimi anni la Cina ha migliorato in modo sensibile le infrastrutture legate a internet e ha lavorato nel consolidamento nelle innovazioni nel campo della tecnologia dell’informazione, interpretando sempre di più l’economia digitale come un vero e proprio volano di crescita economica.


La World Internet Conference è nata in Cina nel 2014 per contrapporsi alla Global Conference on Cyber Space e a questa edizione hanno preso parte delegazioni di Russia, Pakistan e Tajikistan. All’edizione 2017 hanno preso parte veri e propri big del web come Jack Ma di Alibaba, Tim Cook di Apple e Sundar Pichai di Google. Wang Huning, astro nascente all’interno del Partito Comunista Cinese, ha sottolineato il concetto di sovranità sul cyberspazio, ovvero la libertà di un Paese di sorvegliare il web e i suoi contenuti per mantenere stabilità e difendersi da eventuali attacchi esterni. Insomma, se da un lato internet si è diffuso proprio grazie alla sua libertà, dall’altro l’assenza di paletti e di sorveglianza rischierebbe di renderlo quasi uno strumento fuori controllo, esattamente quello che Pechino vorrebbe evitare. In questo senso i paesi occidentali continuano ad accusare Pechino di censura, questo a dispetto dell’attenzione del governo cinese alle innovazioni tecnologiche.


La Cina quindi si trova a confrontarsi con lo sviluppo di internet e cerca di avere un approccio duttile che cerchi di sfruttarne le potenzialità economiche senza però rinunciare a controlli stringenti. Un approccio molto diverso da quello occidentale, non a caso molti gruppi stranieri si sono lamentati di essere finiti nel mirino delle restrizioni del governo cinese. Ad esempio Pechino ha reso obbligatorio per gli operatori di infrastrutture informatiche stranieri l’immagazzinamento di informazioni personali e dati vitali per la Cina.


Dc

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