"Gli Stati Uniti, con il supporto di Israele, non stanno cercando di sconfiggere l'ISIS ma creare uno stato curdo"


Nell'articolo del quotidiano arabo 'Rai al-Youm' si evidenzia come l'intervento degli Stati Uniti nella campagna contro l'ISIS iniziata 3 anni fa nell'Iraq occidentale e nella Siria orientale, non mirava a sradicare questo gruppo terroristico, ma a creare un Stato curdo tra Siria, Turchia e Iraq. Intanto, le relazioni bilaterali tra Washington e Ankara si fanno sempre più tese proprio per il sostegno della Casa Bianca ai combattenti curdi.



I dettagli del piano degli Stati Uniti hanno preso forma dopo la sconfitta dell'ISIS a Mosul (Iraq) e Raqqa (Siria), con l'aiuto delle 'Forze Democratiche siriane' (FDS), con le YPG curde, si legge ancora nella pubblicazione.

Si evidenza che spendere sette miliardi di dollari per inserimento e l'addestramento dell'opposizione siriana ha creato un clima di diffidenza tra gli alleati arabi, così come la Casa Bianca abbia optato per i curdi, che hanno migliori relazioni con il regime israeliano come l'Iran e la Turchia.

Nell'articolo si ricorda che Ryan Dillon, portavoce della cosiddetta coalizione anti-ISIS, ha parlato domenica scorsa di un piano della coalizione per creare le cosiddette "forze di sicurezza" curde vicino al confine turco-siriano. Questa misura ha provocato l'ira di altri attori nel campo di battaglia della Siria. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha definito le forze militari curdo-arabe che gli Stati Uniti hanno intenzione di istituire nel nord della Siria come "esercito terrorista" e ha promesso di neutralizzare il piano.



La pubblicazione ha sollevato la possibilità di una guerra tra Turchia e Stati Uniti in Siria, se scoppiasse una guerra tra le forze turche e i combattenti curdo-siriani.

Intanto, ieri la Turchia ha schierato missili da crociera Tomahawk lungo il confine che condivide con la Siria, prendendo di mira direttamente la città siriana di Afrin, dove i combattenti curdo-siriani sono stati costretti a lasciare l'area o ad affrontarne le conseguenze.

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