Prof. Erspamer: "Dell'assassinio di una ragazza a Macerata non avevo sentito nulla. La sinistra liberista e i loro media hanno perso ogni contatto con il popolo"




di Francesco Erspamer*



Dell'assassinio di una ragazza a Macerata non avevo sentito nulla; neanche in tempi di #MeToo la sinistra liberista e quella radicale (alleate nella strenua lotta contro populismo e collettivismo) e i loro media danno rilievo agli episodi in cui i colpevoli siano dei migranti, in particolare se migranti economici come i nigeriani. Impossibile invece farsi sfuggire l'oltraggio per la reazione di un fascista che, sempre a Macerata, in perfetto stile americano ha sparato ad alcuni immigrati dalla sua auto ferendone sei. C'è qualcosa di assurdo in tutto ciò. Sembra che la sinistra non solo abbia perso qualsiasi contatto con il popolo ma che lo disprezzi, infatuata di un'astratta idea, cattolica e globalista, del genere umano nel suo insieme come unico degno oggetto della sua attenzione e azione.





Le migrazioni sono un fenomeno complesso e, in questa scala e con questa rapidità, senza precedenti storici e fortemente destabilizzante. Ovvio che facciano il gioco dei poteri che puntano alla destabilizzazione degli Stati e alla deregulation morale e culturale, condizioni più che sufficienti per un ritorno alla legge della giungla, ossia dei più forti e del più ricchi – vale a dire le multinazionali e le poche decine di miliardari che hanno già ora più beni dei tre quarti della popolazione planetaria. Ovvio anche che le migrazioni facciano il gioco della destra estrema, capace di approfittare della paura e dell'insicurezza (e del provincialismo, o non sapevate che esiste ancora?) per indirizzare la giusta rabbia della classe media impoverita dalla globalizzazione verso altri miserabili invece che verso i suoi sfruttatori e oppressori.


Tutt'altro che ovvio, ma purtroppo evidente, è invece lo stato confusionale della sinistra. Persino Potere al popolo (non parliamo di LeU) non ha potuto fare a meno di enfatizzare nel suo programma l'apertura nei confronti dei migranti; e non come esito di una rivoluzione socialista che emancipi i lavoratori, no, l'apertura di PaP è verso questi migranti, che inseguono in questa Europa l'American dream e il consumismo e che non si integreranno mai perché non è nei piani del neocapitalismo, che anzi li usa per frantumare la solidarietà nazionale e il poco che resta della coscienza di classe e creare un nuovo sottoproletariato.


Che fare? Da un punto di vista pratico, la sinistra deve tornare a difendere la legalità, sia pure correndo il rischio di diventare legalista: in questo momento storico infatti la difficoltà di riconoscere e attuare una giustizia sostanziale (a causa della sistematica manipolazione mediatica) si supera applicando con rigore, almeno, la giustizia formale. Per cui accettare o addirittura esaltare l’immigrazione illegale è una resa totale al liberismo.


Da un punto di vista teorico occorre abbandonare i dogmi universalisti e multiculturalisti e tornare a occuparsi di realtà locali e nazionali, di comunità, l'unico ambito in cui la gente possa efficacemente contrastare lo strapotere delle corporation.


*Professore all'Harvard University. Post Facebook del 3 febbraio 2018

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