Shaaban: La campagna mediatica occidentale contro la Siria mira a impedire la vittoria contro il terrorismo


La consigliera politica e mediatica della Presidenza siriana, Bouthania Shaaban, nel corso di un'intervista concessa all'emittente libanese 'Al Mayadeen', ha affermato che "l'obiettivo principale del dramma generato dai media occidentali sulla Siria è impedire la dichiarazione di vittoria sul terrorismo e continuare a logorare l'esercit siriano e i suoi alleati, in particolare alla luce dei risultati ottenuti contro il terrorismo."

Shaaban ha sottolineato che questa ostile mobilitazione della stampa occidentale non intimidisce la Siria, ma fa sentire che la vittoria è importante perché riformula la mappa politica della regione.

Ha sottolineato che ciò che l'Occidente fa con le parole "umanitari" o "chimici" è la prova della confusione che esiste di fronte alle conquiste dell'esercito siriano. In questo senso, ha escluso l'aggressione esterna diretta contro la Siria perché i prezzi saranno alti.

Shaaban ha sottolineato che l'alleanza anti-terrorismo serve non solo alla regione ma al mondo intero, e continua nella sua lotta contro il terrorismo fino alla liberazione di ogni centimetro del territorio siriano.

Si è inoltre rammaricata del fatto che l'organizzazione per i diritti umani e la maggior parte delle organizzazioni internazionali abbiano perso credibilità perché non tengono conto della logica e dei documenti, ma sono diventati uno degli strumenti dell'Occidente proprio come i media.

Secondo Shaaban, Israele, gli Stati Uniti e i paesi occidentali sono stati pronti ad evitare di colpire i terroristi nel Ghouta

"L'Occidente non ha contribuito a porre fine al bombardamento di civili nel Ghouta, dove la battaglia è decisiva", ha sottolineato.

Ha aggiunto che la maggior parte dei civili a Ghouta è tenuta in ostaggio da terroristi, protetti dall'Occidente per ulteriore uso.

Riferendosi alla campagna occidentale sull'uso di armi chimiche da parte dell'esercito siriano, Shaaban ha precisato che il segretario alla Difesa americano James Mattis ha lui stesso ammesso di non avere prove dell'uso di tali armi da parte delle truppe del governo siriano.

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