Siria: Corbyn rifiuta di accusare Assad per l'attacco chimico a Douma

Fuori dal coro. Come sempre. Come nei lunghi anni passati da parlamentare backbencher. Opposizione finanche nel suo stesso partito, ma sempre coerente con le proprie idee.

Fuori dal coro, Jeremy Corbyn, ha deciso di restarci anche adesso che ha scalato il Labour Party. Così su tanti temi, le posizioni di buon senso espresse dal popolare politico inglese vengono descritte quasi come eretiche o rivoluzionarie.

Corbyn ha deciso di non aggiungere la propria voce alla canea mediatica scatenata contro la Siria. Il leader laburista rifiuta di incolpare Assad per l’attacco chimico avvenuto a Douma e chiede a tutte le parti in causa di collaborare per giungere a un cessate il fuoco.

Al contrario di chi soffia sul fuoco, il laburista, mostra grande senso di responsabilità: «Le prove sono importanti e l'uso del diritto internazionale è fondamentale se vogliamo costruire un mondo più pacifico e stabile in futuro».

La differenza con le posizioni guerrafondaie espresse dai Tories al governo, così come dai principali esponenti politici delle nazioni europee, come al solito appiattite sulle posizioni più oltranziste espresse a Washington, è abissale.

Quella di Corbyn è anche una vera e propria lezione di politica che dovrebbero apprendere le morenti sinistre del Vecchio Continente, ormai mestamente avviate sul viale del tramonto. A meno che non decidano di cancellare almeno un ventennio di scelte scellerate. Per seguire l’esempio di questo navigato politico che applica una ricetta semplice: portare avanti le istanze della classe di riferimento del proprio partito. La pace, rientra senza dubbio tra queste.

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