Dagli attacchi alla Siria al caso Skripal: gli Usa dentro la Nato non sono il padre padrone assoluto



di Omar Minniti

Le vicende di queste ultime settimane dimostrano che gli Usa dentro la Nato non sono il padre padrone assoluto. Certamente, sono la forza militare di gran lunga egemone all'interno dell'alleanza, con un mostruoso arsenale bellico ed un mastodontico apparato d'intelligence. Ma ci sono governi, come quelli di Londra e Parigi, che hanno un certo margine di autonomia e cercano di ritagliarsi un proprio posto al sole, in un momento in cui la strategia di Trump risulta contraddittoria, confusa, improvvisata e lo stesso presidente Usa è sotto ricatto da parte dello "stato profondo" neocons-democratico.

Il false-flag del caso Skripal è stato confezionato dal governo britannico e dai servizi segreti di quel paese. E' stata la May a premere sull'acceleratore della quasi totale rottura delle relazioni diplomatiche con i russi. Secondo quest'ultimi, è stata sempre l'Inghilterra a dirigere la regia dei finti attacchi con i gas nervini in Siria ad opera di "ribelli" ed Elmetti Bianchi. Mentre ora, riguardo le nuove rappresaglie contro Damasco e Mosca, è il francese Macron a spingere più di tutti, invocando la linea dura e inviando le proprie truppe in Siria (nelle zone controllate dalle Ypg), quando gli Usa dicono di voler ritirare le proprie. Qualcosa di simile avvenne anche durante la guerra in Libia: più che Obama, furono Sarkozy (soprattutto) e Cameron a chiedere a tutti i costi la testa di Gheddafi.

Si chiamano contraddizioni inter-imperialistiche. E queste si possono manifestare non solo tra blocchi contrapposti (oggi non esiste un blocco imperialista alternativo a quello guidato dagli Usa, perché Cina, Russia ed India non corrispondono, dal punto di vista leninista, a quelle caratteristiche), ma anche all'interno della medesima alleanza.

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