Ma perché se il terrorismo è in Cecenia viene ignorato dai media?


di Fabrizio Poggi


Confessiamo che la notizia possa esserci sfuggita; ma, fino a oggi, non sembra di aver visto nemmeno un rigo, sulla stampa di casa, a proposito dell'azione terroristica di sabato scorso a Grozny. Quattro assalitori sono penetrati nella chiesa ortodossa di Michele arcangelo, tentando di prendere in ostaggio i fedeli presenti; pochi, per la verità – pare, tra 70 e 80 persone - essendo la Cecenia, come noto, la repubblica della Federazione russa con il maggior numero di fedeli islamici. Nell'azione, prima che i quattro assalitori - due ceceni e due di altre regioni del Caucaso - venissero liquidati dall'intervento delle forze speciali, sono rimasti uccisi due agenti di polizia in servizio presso la chiesa e uno dei fedeli; un altro agente è rimasto ferito. L'Isis ha rivendicato l'attentato, anche se il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha dichiarato che, con tale rivendicazione, si tenterebbe in realtà di sviare l'attenzione dai reali mandanti stranieri.


Ora, si può discutere all'infinito sul fatto che le assicurazioni di Kadyrov, a proposito della completa eliminazione del terrorismo in Cecenia, lascino il tempo che trovano; sul fatto che le forze cecene si siano fatte sorprendere dai terroristi, mentre dovrebbero stare perennemente all'erta, stante il pericolo che, in realtà, non è mai completamente cessato nell'area e che, anzi, può essersi addirittura accresciuto, con la sconfitta dell'Isis in Siria e la fuga dei suoi adepti in tutta l'area adiacente, soprattutto caucasica. Si possono e si debbono ricordare le centinaia di vittime cadute sotto i colpi dei terroristi islamisti in Cecenia, anche solo negli ultimi due-tre anni. Si può discutere di tutto. Si può addirittura provare a mettere in discussione (ammesso di poter produrre prove a contrario) l'affermazione di Vladimir Putin secondo cui Washington,
per destabilizzare la Russia, ha sostenuto finanziariamente e politicamente a lungo i terroristi in Cecenia.


Ma si può e si deve soprattutto discutere delle scelte “informative” dell'italica stampa di regime che, in Occidente, vede terroristi e azioni terroristiche a ogni soffio di vento, dipinge come feroci persecutori dei “diritti umani” i leader ceceni che, bene o male, si oppongono al terrorismo, ma si dimentica immancabilmente delle vittime cecene e che, quando non può proprio tacere, qualifica come “combattenti indipendentisti” i loro carnefici. Per la stampa liberal e i benpensanti rosé, i terroristi sono tali solo quando colpiscono l'occidente.


Ancora una volta, dunque, Repubblica e i democristiani di casa nostra sembrano non saper far altro che ignorare le vittime del terrorismo che insanguina il Caucaso. Evidentemente, per parlare della Cecenia, attendono la prossima imbeccata di Novaja Gazeta sui gay "martirizzati" dal feroce Kadyrov. Evidentemente, agli editori rende di più.

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