Un precedente pericoloso nel Mar Nero: la guerra di pirateria tra Ucraina e Russia


di Giuseppe Acciaio


Sullo sfondo degli avvenimenti globali gli incidenti a livello locale vengono completamente ignorati. Così nel mese di maggio nei mari che circondano la penisola di Crimea è iniziata la guerra di pirateria tra Ucraina e Russia; l’impatto che essa avrà sul commercio internazionale e la pace in Europa sono difficili da prevedere.

Tutto è cominciato il 25 marzo quando la nave russa “Nord”, con 10 persone dell’equipaggio a bordo (cittadini russi), è partita dal porto di Crimea per raggiungere quello di Kerch; durante il tragitto sono stati fermati con l'accusa di violazione delle acque territoriali Ucraine dalla polizia di frontiera e scortati al porto di Berdiansk (Ucraina).

Il sequestro della nave è avvenuto nelle acque internazionali del mar d’ Azov. All’equipaggio è stata offerta la libertà in cambio del rifiuto volontario della cittadinanza russa. Il capitano della nave inizialmente rapito, dopo qualche giorno è stato ufficialmente arrestato dai servizi di sicurezza Ucraini; attualmente si trova in prognosi riservata all’ospedale di Dnepropetrovsk, a suo carico è stato aperto un fascicolo penale. Il resto dell’equipaggio si trova tutt’oggi sul territorio dell’Ambasciata Russa a Kiev.

Già il 25 aprile il Governo Ucraino ha posto il divieto di transito e trasporto delle merci nelle proprie acque. Il divieto colpisce tutte quelle imbarcazioni che navigano sotto la bandiera Russa, immatricolate in Crimea, e tutte quelle navi che si dirigono nei suoi porti.

Sembra che l'Ucraina abbia dichiarato guerra aperta ai mercantili Russi come nelle migliori tradizioni della pirateria Statale del XV e XVI secolo.

Il Governo di Kiev, a quanto pare, nel momento in cui ha deciso di liberare il genio dalla lampada non ha calcolato la gravità delle sue azioni e le possibili conseguenze, cosa non certo nuova, vista la persicacia politica a cui ci hanno abituato a Kiev.

La Russia, a sua volta, essendo un Paese civile ha dovuto agire contro il sequestro dei propri cittadini e della loro proprietà. Dal mese di maggio ha iniziato a sottoporre le navi Ucraine che entrano nelle sue acque territoriali alle perquisizioni più scrupolose. Sono state fermate diverse imbarcazioni ucraine dalla polizia di frontiera russa mentre attraversavano lo stretto di Kerch diretti al porto di Mariupol (controllato da Kiev e situato sul territorio del Donbass).

Per il Governo Ucraino il motivo di tale gesto è un forte pregiudizio nei confronti dei propri cittadini. Kiev di sicuro non poteva sperare che il sequestro della nave “Nord” venisse lasciato senza alcuna risposta da parte russa. Possiamo dedurre che il Governo Ucraino sequestrando la nave con tutto l’equipaggio voleva scatenare una reazione violenta da parte di Mosca.
A cosa serve un nuovo conflitto agli Ucraini? Basta guardare bene l’agenda mondiale. L' Ucraina ha già stancato l’Europa e il presidente Trump con suoi conflitti interni. Tutta l’attenzione mondiale adesso è concentrata sul conflitto Siriano e le ostilità che si sono riaccese dopo tanti anni tra gli Usa e la Russia, hanno relegato l' Ucraina con i suoi problemi sul secondo piano.

Un esempio tipo è la forte pressione su Kiev da parte del Fondo Monetario che spinge le autorità Ucraine, senza alcuna indulgenza, a introdurre altre riforme sociali volte a ridurre il forte deficit di bilancio.

Basta ricordare l’appello dei 57 membri del Congresso Americano del 23 aprile che chiesero al Segretario Generale Sallivan di fermare il crescente livello di neonazismo in Ucraina , preceduto dal divieto da parte del Congresso di fornire le armi ai movimenti radicali come quello della Guardia Nazionale e il famoso reggimento “Azov” che utilizza in modo ufficiale la simbologia neonazista.

L’Occidente è stanco dal conflitto Ucraino, e nel suo insieme vuole minimizzare i problemi politici ed economici che derivano da esso.

Il Presidente Poroshenko ha un’opinione diversa su tutto ciò, tutti i suoi discorsi girano attorno al tema della presunta “aggressione Russa”. Il Presidente dichiara costantemente che Kiev ha rotto ogni rapporto con Mosca, anche se continua a commerciare con il Cremlino il suo carbone e si è tornato a parlare di comprare nuovamente il gas dalla Russia.

L’aggressione da parte della Russia è un ottimo presupposto necessario a mobilitare il proprio elettorato verso le corse alle urne del prossimo anno, ottimo modo per distrarre i propri cittadini dalle problematiche interne: come il declino economico e l’aumento della povertà.

Per questo, al Governo Ucraino serviva un conflitto. Purtroppo a Kiev non hanno calcolato le conseguenze che ci saranno dopo il sequestro insensato delle navi nel Mar Nero, senza prendere in considerazione gli effetti disastrosi che si sono creati compromettendo i rapporti dell’Ucraina con i partner Asiatici ed Europei che commerciano attraverso i suoi porti. Ora sono state messe in discussione tutte le rotte internazionale che transitano attraversano il Mar Nero, utilizzate da molti paesi Europei, Asiatici e persino Americani.

Oggi Kiev non sa cosa fare con questo sequestro delle navi in stile piratesco– non potrà mai catturare tutti i mercantili diretti in Crimea e con il ricatto facendoli consegnare i loro passaporti russi. A meno che questo non sia il piano che ha escogitato Kiev per riconquistare la Crimea con il Donbass.

Vale la pena pensare che uno stato nel centro d’Europa Orientale - che ha come l’obiettivo di creare i numerosi conflitti sul proprio territorio volti al raggiungimento dei propri scopi politici, - rappresenta una seria minaccia per la pace Europea e va posto sotto il rigido controllo dalle organizzazioni internazionali.

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