Siria: Gli Stati Uniti bombardano i civili che non si uniscono ai loro alleati


Il ministero degli Esteri siriano, in due lettere inviate martedì alle Nazioni Unite (ONU) e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC), ha denunciato le recenti aggressioni commesse dalla cosiddetta coalizione contro il gruppo terroristico ISIA (Daesh, in arabo), guidato dagli Stati Uniti, contro "civili innocenti" nelle province orientali di Hasaka, Raqqa e Deir Ezzor, nella Siria orientale.

Il Ministero siriano, tuttavia, ha evidenziato che la maggior parte di questi attacchi sono stati effettuati con l'intenzione di punire le popolazioni civili che hanno rifiutato di unirsi alle "milizie separatiste", sostenute da Washington, secondo l'agenzia di stampa ufficiale siriana, SANA.

"Questi orribili crimini hanno causato la morte di 22 civili, bambini e donne nella loro grande maggioranza e hanno causato la distruzione delle case e delle infrastrutture delle aree attaccate", si legge nella nota del Ministero degli esteri siriano, per riferirsi in seguito agli attacchi aerei perpetrati dalla coalizione negli ultimi tre giorni in Siria.

Inoltre, si è anche sottolineato che la criminale "alleanza" guidata dagli Stati Uniti, attaccando le postazioni e le forze dell'esercito siriano, continua a fornire sostegno ai terroristi dell'ISIS nelle regioni orientali del paese arabo.

Per fare un esempio, la nota si riferisce alla recente aggressione della coalizione, il 24 maggio scorso, diretto contro diverse posizioni militari dell'esercito siriano dalla città di Abu Kamal e Hmeima, sia nella provincia orientale di Deir Ezzor, un giorno dopo che le forze siriane erano avanzate nelle aree controllate dai terroristi dell'ISIS.

Allo stesso modo, il ministero degli Esteri siriano ha denunciato che la continuazione di "crimini di guerra" e "atti disumani" della sedicente coalizione contro il popolo siriano, mostrano che il suo unico scopo è quello di minare la sovranità, la sicurezza e l'integrità territoriale della Siria e prolungare la crisi nella nazione araba.

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