Ci sono momenti in cui è giusto prendersi del tempo perché non ci sono risposte semplici e l'impulsività rischia solo di incendiare e imbarbarire il dibattito. Per non finire come Repubblica e Salvini in queste ore, come AntiDiplomatico abbiamo deciso di prenderci del tempo sul caso ormai molto noto della nave Acquarius - l'imbarcazione della ONG SOS Mediterranée partita dalla Libia con oltre 600 migranti e che si è trovata al centro di una querelle che ancora non trova soluzione questo martedì con le resistenze della Ong di accettare la decisione del governo spagnolo di aprire il porto di Valencia. Al momento sembrerebbe che 500 dei 625 migranti arriveranno a Valencia nei prossimi giorni all'interno di imbarcazioni militari italiane. I restanti 125 arriveranno a bordo della stessa nave Acquarius.
E' giusto prendersi del tempo di fronte al proliferare del razzismo incentivato da un ministro degli interni che preferisce giocare sulla vita di disperati invece di alzare la voce con i veri carnefici (Nato, Usa e colonialismo occidentale in primis); è giusto prendersi del tempo di fronte al fallimento fallimentare di chi utilizza l'Europa (dei muri totali, dell'ipocrisia e dell'arroganza dei miliardi di euro alla Turchia e delle sanzioni alla Siria stuprata) come modello di valori e arriva oggi ad osannare la Spagna che dal 2011 (governo Zapatero) ha chiuso tutti i porti e costruito dei muri a Melilla e Ceuta.
E' giusto prendersi del tempo perché risposte semplici non ci sono. La complessità della questione richiede un approccio diverso. Le migrazioni di massa sono un tema di una complessità tale che richiede del tempo. Tutti insieme ci sono i diritti sociali delle fasce sociali più deboli in pericolo in paesi a capitalismo maturo come Italia, la vita dignitosa che ogni essere umano deve avere garantito in ogni angolo in questo pianeta, le guerre e i crimini dell'occidente che hanno stuprato da anni le terre di questi miserabili. Ma un dato va annoverato: che l'Italia per riprendere prestigio internazionale debba alzare la voce con gli ultimi, con i miserabili, con le vittime e non i carnefici (Nato in particolare) non è un buon punto di partenza per questo governo che vuole essere del cambiamento.
Ci siamo presi del tempo, dicevamo. Ma da oggi, come redazione de l'AntiDiplomatico, abbiamo deciso di aprire un forum di discussione con esperti, amici e persone di cui ci fidiamo per costruire insieme alcuni tracciati, linee guida per orientarci in questo mare di propaganda. Perché una nuova nave Acquarius arriverà presto. E a quel punto si pone una domanda: che fare?”
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Le Interviste raccolte per ora sono: Alberto Negri, Fulvio Scaglione, Giorgio Cremaschi, Sergio Cararo, Francesco Valerio Della Croce, Alessandra Riccio.
In Italia esiste davvero un’emergenza “immigrazione”?
Numeri alla mano, no. Nella percezione di massa, sì. Ed è qui che giocano un ruolo fondamentale i mezzi di comunicazione di massa, che hanno riempito le cronache fino a dare l'idea di un'orda implacabile pronta ad invadere il Paese, senza un minimo di analisi delle cause e della complessità, come si converrebbe ad una informazione degna di tale nome. La riprova sta nella emergenzialità attribuita ai flussi migratori durante tutta la campagna elettorale scorsa ed il sostanziale silenzio nei mesi che hanno accompagnato tutta la gestazione del nuovo governo. Certo, esiste un problema nell'accoglienza e nella sua gestione, ma che incrocia il problema del degrado delle nostre grandi città, dei servizi non garantiti, del problema della casa come grande questione del Paese, del malaffare che riguarda anche il privato, ecc. Insomma, i problemi che vengono attribuiti all'immigrazione si incrociano con problemi che potremmo definire "storici" e che la crisi e le politiche nazionali ed europee hanno esasperato.
Perché l’Europa ha abbandonato l’Italia nei mesi scorsi?
L'Europa non si è disinteressata del fenomeno, anzi, il caso tedesco è emblematico: la Germania ha accolto una quantità di lavoratori migranti professionali utile all'apparato produttivo tedesco e poi ha sostanzialmente interrotto il suo interessamento diretto. L'Europa non è stata indifferente, ha compiuto scelte politiche precise: è la stessa Emma Bonino oggi a ricordare il patto intercorso tra l'elargizione degli 80 euro da parte del governo Renzi in cambio dell'esclusiva gestione dei flussi in capo al nostro Paese. Un patto i cui contenuti andrebbero indagati e resi pubblici a livello di massa. Qui ci sono responsabilità precise.
Come giudica la posizione del governo italiano con la nave Acquarius?
A fronte di quanto detto prima, non si può però arrivare alla facile conclusione a cui arrivano la Lega e l'attuale governo. Non si può negare il soccorso pieno all'Aquarius così come è inaccettabile la chiusura dei porti. L'Italia nel Mediterraneo ha una posizione peculiare, e quindi la necessità di attrezzarsi meglio. Per questo, dovrebbe essere lo Stato in tutte le sue articolazioni a gestire e vigilare sull'accoglienza, cosa che oggi fa in minima parte e male.
Cosa dovrebbe fare il governo italiano con la prossima nave Ong con bandiera straniera che chiederà di attraccare nei porti italiani?
Lo Stato deve sempre garantire la tutela ed il soccorso, nella forma piena. Lo Stato dovrebbe in prima persona gestire i centri di accoglienza, di concerto con le autonomie locali, creando rapporti virtuosi, che si oppongano all'attuale configurazione all'accoglienza/ghetto. Ma questo riguarda la fase terminale della questione: stupisce che quando si evoca la risoluzione del problema "a casa loro", a domicilio, non si dica mezza parola sulle responsabilità dell'Occidente nell'attuale condizione del Medio Oriente e dell'Africa. E soprattutto non si muova un dito per una piena discontinuità.
Queste politiche sull'immigrazione danno un' immagine di discontinuità col passato (per altro falsa, perchè camminano nel solco scavato da Minniti), ma in realtà non smuovono nulla per la rimozione della radice del problema. Che può consistere solo: nella cessazione delle guerra imperiali, nella cessazione dello sfruttamento economico di interi popoli, nel rilancio della cooperazione internazionale nel pieno rispetto delle prerogative e della sovranità di Stati legittimi che, da anni, anche l'Italia con l'Occidente intero hanno contribuito e stanno contribuendo a destabilizzare. Ma qui cade la maschera ed il governo giallo/verde, ad oggi, non si azzarda minimamente a mettere in discussione la sudditanza del Paese a questo schema imperiale, anzi, pare si prepari a seguirlo diligentemente ed usare "l'invasione" come arma di distrazione di massa per far passare le prossime riforme contro i lavoratori e a favore delle classi che dominano il Paese.
I dati dicono di no, la percezione pubblica fa ritenere di si. La percentuale di immigrati sulla popolazione italiana è immensamente inferiore a quella di altri paesi europei. Con meno isteria magari si potrebbe anche cominciare della crescita dell’emigrazione di giovani e lavoratori italiani all’estero perché qui non trovano nulla. Esiste certo un problema di protezione – più che accoglienza – dei rifugiati che arrivano qui da noi dopo aver passato l’inferno. Ma in moltissimi casi vorrebbero proseguire verso i paesi di destinazione, ed invece rimangono bloccati in Italia
Perché l’Europa ha abbandonato l’Italia nei mesi scorsi?
Proprio perché in base al Trattato di Dublino, i migranti devono essere bloccati nel paese dove approdano. E’ evidente che essendo Italia, Grecia e Spagna i paesi rivieraschi sul Mediterraneo (e le coste più vicine ai punti di partenza), gli altri paesi europei tendono a dire “è un problema vostro”. Solo Salvini è riuscito a fare il capolavoro di allearsi con i paesi dell’Europa dell’Est che con maggior durezza di altri sostengono proprio tale schema.
Come giudica la posizione del governo italiano con la nave Acquarius?
Se il governo voleva trovare un pretesto per fare la voce grossa e forzare la mano ai partner della Ue sull’accoglienza dei rifugiati lo ha trovato con la nave Acquarius. Ma usare come pretesto gente in carne ed ossa stremata, impaurita, terrorizzata all’idea di essere riportata dall’inferno da cui è scappata, non è uno scenario accettabile. Come fai a lasciare la gente su una nave in mezzo al mare vietando l’attracco? C’è la politica ma ci sono anche i principi minimi di umanità che vanno salvaguardati. Se si perdono questi si perde tutto. Negli anni Trenta è cominciata così, poi abbiamo visto come è andata a finire.
Cosa dovrebbe fare il governo italiano con la prossima nave Ong con bandiera straniera che chiederà di attraccare nei porti italiani?
Bella domanda. Probabilmente ce ne saranno altre. La soluzione, se di soluzione possiamo parlare, è indubbiamente quella di coordinare l’attracco con gli altri paesi rivieraschi ma anche quella di aprire i canali con gli altri paesi europei “terrestri” sulla base della destinazione finale dei rifugiati. La stragrande maggioranza non vogliono rimanere in Italia o in Spagna o in Grecia. I loro parenti sono negli altri paesi. E’ evidente che senza smantellare il Trattato di Dublino non se ne viene fuori.
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