Il governo ucraino riaccende il conflitto in Donbass in concomitanza con i mondiali



di Giuseppe Acciaio

Nelle ultime settimane il mondo ha visto nuovamente riaccendersi il conflitto in Donbass. I separatisti e le milizie ucraine hanno riaperto il fuoco. Si è sparsa la voce che sulla linea del fronte stiano per arrivare i rinforzi mandati dal Governo di Kiev che sta cercando di risolvere il problema delle regioni separatiste durante lo svolgimento dei Mondiali in Russia. Già conosciamo bene i precedenti simili come nel caso della Giorgia che ha cercato di entrare in possesso dell'Ossezia del Sud nel 2008 durante un altro evento sportivo, le Olimpiadi di Pechino.

Sul territorio del Donbass attualmente sono presenti numerosi osservatori internazionali e difensori dei diritti umani. Il principale ente che si occupa della tutela della popolazione civile è la Missione di Monitoraggio Speciale (SMM) dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) che ha come suo compito principale il monitoraggio e l'attuazione degli accordi reciproci tra le parti sul ritiro delle armi (Accordi di Minsk).

I frutti del loro lavoro si possono osservare sull’esempio della situazione che si è creata attorno alla stazione di filtraggio dell’acqua di Donetsk (DFS), la quale tra la fine del mese di maggio e l'inizio del mese di giugno è finita nel mirino di coloro che monitorano gli eventuali sviluppi del conflitto nell'Ucraina Orientale.

DFS è collocata nella zona demilitarizzata tra la posizione dei separatisti di Donetsk e le forze militari ucraine collocate a 12 km da Donetsk (DNR). La stazione di filtraggio garantisce l’acqua potabile a più di 300,000 abitanti di Donetsk, Yasenovato i Avdeevka che si collocano su entrambi i lati della linea del fronte. La maggior parte dei fruitori vive sul territorio che è controllato dalla repubblica popolare di Donetsk. Di conseguenza la stazione di filtraggio svolge un compito cruciale per i separatisti. Tutti i giorni dalla repubblica popolare di Donetsk partono gli operai per garantire il corretto funzionamento della stazione di filtraggio. Fino alla fine del mese di maggio gli operai venivano scortati dagli osservatori dell’OSCE. Il 31 maggio sulla colonna che scortava gli operai alla stazione di filtraggio d’acqua i militari ucraini aprirono il fuoco, dopo questo spiacevole evento i rappresentati della SMM sono stati richiamati.

Dall’inizio del mese di giugno, abbandonando la struttura di vitale importanza come la DFS contesa dalle parti coinvolte nel conflitto, gli osservatori dell’OSCE non hanno adempito al compito a loro assegnato. Come ha affermato durante un’intervista il capo della missione dell’OSCE Ertugurl Apakan:” I rappresentanti dell’OSCE non scorteranno più gli operai a causa dei bombardamenti”.

“Gli osservatori ogni giorno registrano la violazione sistematica degli accordi di Minsk sull’apertura del fuoco - più di cento volte al giorno tutti attorno alla zona della stazione di filtraggio dell’acqua di Donetsk, mettendo in grave pericolo le vita degli operai che lavorano alla stazione di filtraggio insieme a quelle degli osservatori SMM che li scortano disarmati. Dal funzionamento del DNS dipende una citta con 300,000 abitanti e le sue zone limitrofe che si trovano da entrambi i lati della linea del fronte.” Alla luce delle continue violazioni dalle parti del cessato fuoco SMM è stata costretta ad abbandonare la stazione di filtraggio d’acqua di Donetsk“.

Gli osservatori dell’OSCE hanno accettato tale delicato incarico, dopo che il 17 aprile le forze armate ucraine hanno aperto il fuoco sul veicolo che trasportava gli operai da Donetsk. Da quel giorno è iniziato un nuovo capitolo di scontri tra i separatisi e i militari.

Il lavoro della stazione è più importante per la DNR che per Ucraina, dato che garantisce l’acqua potabile a quasi tutta la città metropolitana di Donetsk che è sotto il controllo dei separatisti.

Allo stesso tempo i responsabili della missione non prendono alcun provvedimento nè compiono alcuno sforzo per informare la Comunità Mondiale e le Organizzazioni Internazionali sull’imminente minaccia del disastro umanitario nel Donbass nel caso della distruzione della DFS da parte dei militari ucraini. Gli osservatori hanno preferito semplicemente di allontanarsi dalla zona ad alto rischio. Si può presumere che nel caso di riaccensione del conflitto gli osservatori OSCE semplicemente se ne andranno.

Che ruolo ha la missione dell’OSCE?

Dopo l’allontanamento dei SMM dalla stazione di filtraggio di Donetsk è stato un continuo susseguirsi dei inspiegabili eventi. Al posto di fare pressione sul Governo di Kiev ed obbligarlo a garantire la sicurezza a questa struttura volta a garantire la sopravvivenza della popolazione civile, gli osservatori dell’OSCE si sono semplicemente limitati ad evitare di proteggere gli operai. Come ha dichiarato durante l’intervista nel mese di giugno il vice capo SMM Alexander Hugh, ora la stazione sarà semplicemente video-sorvegliata. Rispondendo alla domanda sulla possibilità di risolvere il conflitto che si è creato intorno al DFS, ha affermato che: "SMM ha svolto la sua parte del compito... Ma le parti, purtroppo, come si può vedere dalle nostre relazioni, non sono riuscite a rispettare le loro promesse". Ciò significa che l'OSCE non continuerà ad ostacolare in alcun modo la distruzione "silenziosa" dell'infrastruttura civile del Donbass da parte delle forze armate ucraine. Il Governo di Kiev insieme al Capo dello Stato hanno ufficialmente dichiarato che riprenderanno il controllo della zona NATO senza alcun negoziato con i “mercenari russi” e i “miliziani” che si sono impossessati del Donbass.

Nello stesso tempo la parte ucraina ha portato via tutte le provviste di cloro (4 tonnellate) che c’erano alla stazione di filtraggio d’acqua di Donetsk. Adesso la stazione può essere tranquillamente bombardata senza alcun pericolo per l’ambiente (e senza sorveglianza dell’OSCE).

Come conseguenza, i bombardamenti dell’area limitrofa alla stazione di filtraggio sono aumentati, il che porta regolarmente all'interruzione degli elettrodotti necessari a rifornire con l’acqua sia la stazione che la città con i corrispettivi distretti.

Alcuni fatti indicano che SMM non solo si rifiuta di controllare le violazioni che sono poste in atto dalla parte ucraina, ma anzi sembra addirittura che sta dalla loro parte e cerca di dare una mano. Già nel mese di aprile prima dei festeggiamenti della Giornata della Liberazione dalla Germania nazista nella Repubblica Nazionale di Lugansk le forze ucraine hanno sferrato un colpo violento sui veicoli blindati di separatisti che erano collocati in uno dei distretti della città per le prove della parata. Ciò che attira l’attenzione è che la posizione esatta dei veicoli blindati è stata ispezionata poco prima dell’attacco da parte degli osservatori dell’OSCE con tanto di registrazione delle esatte coordinate. Tale distrazione dei separatisti ha permesso di sferrargli un colpo pesante da parte dei militari ucraini, che hanno ottenuto l’accesso ai dati OSCE utilizzandoli per scopi militari. In questo modo la missione è stata direttamente coinvolta nel conflitto armato nel Donbass nell'interesse di una delle parti. Anche se nessuno dei capi di SMM non ha costretto il Governo di Kiev a porre scuse, sembra che l'OSCE abbia ritenuto tale violazione come dovuta, confermando in questo modo il suo schieramento dalla parte ucraina del conflitto.

Situazione analoga si osserva anche nella questione del monitoraggio dell’aumento delle forze armate, la cosa di cui la missione (nel caso della scoperta di tali fatti) deve informare la Comunità Mondiale per prevenire la guerra. Durante il mese di maggio dopo il cambio del nome della missione da “intervento antiterroristico nel Donbass” a “United Forces Operation” il numero delle truppe e veicoli militari ha cominciato a lievitare a dismisura nella direzione delle zone NATO. Così già il 2 maggio durante il briefing con i giornalisti il comandante della United Forces Operation, il generale Sergei Nayev ha confermato che attualmente sono impegnati ad aumentare il numero delle forze armate: “Comprendiamo perfettamente quanto è imprevedibile il nostro avversario, proprio per questo motivo cerchiamo di riunire i nostri sforzi per rinforzare le linee del fronte “nonostante il fatto che tale comportamento comporta la completa violazione degli accordi di Minsk.

Le sue parole vengono confermate dai separatisti e dalla parte russa. il 23 aprile il portavoce di Milizia Nazionale della Repubblica di Lugansk Andrey Marochko ha confermato che l'Ucraina ha raddoppiato il numero dei militari lungo la linea del fronte; dove sono giunti 12 2a65 “Msta-B” calibro 152 mm e 20 carri armati T-64.

Nel giorno dell’inizio dei Mondiali di calcio in Russia il 14 giugno, il deputato di Duma, rappresentante della Crimea, Balbek ha confermato che l'Ucraina in questo periodo sta creando “una base missilistica diversificata nella zona di Mar d’Azov” di cui fa parte anche l’aeronautica militare.

Come si può facilmente osservare l’OSCE continua ad ignorare tutte le violazioni, non effettua alcuna verifica e nessun controllo. Non si capisce che scopo abbia questa missione sul territorio del Donbass, che anche davanti alle violazioni e la preparazione da una delle parti di riapertura del conflitto armato non prende alcun provvedimento, né cerca di informare la Comunità Internazionale, né cerca di ostacolare in alcun modo il dispiegamento delle forze armate sul territorio, che secondo gli accordi di Minsk non devono nemmeno esistere.


Di conseguenza si può facilmente comprendere che lo scopo di tale missione è ben diverso, e SMM non vuole ostacolare in nessun modo l’inizio di una nuova guerra.

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