Gli usignoli dell'imperatore cantano per i nuovi padroni


di Alberto Negri*


Per restare al campo dove sono competente, il Medio Oriente, la stampa italiana mainstream in questi anni si è ricoperta di ridicolo. 1) Editoriali a valanga nel 2003 a favore della guerra in Iraq 2) Editoriali a pioggia contro Assad e l’Iran nel 2011 senza mai chiedersi chi fomentasse il terrorismo jihadista, poi è arrivato in Europa 3) Editoriali sulla Libia nel 2011 a sostegno di raid della Nato contro il nostro alleato di pochi giorni prima. Con il risultato che non ci prendono mai perché parlano di cose che non conoscono e di posti che non ha non mai visto. I reportage che raccontavano dal campo come stavano le cose venivano regolarmente relegati nelle pagine interne.

In gran parte la stampa (e la tv) si è adagiata per decenni in Medio Oriente su una linea filo-atlantista e filo-israeliana persino contraria agli interessi reali della nostra sicurezza. Cose del resto ben note che hanno contribuito a una somma irritazione dell’opinione pubblica e dei lettori nei confronti di giornali e giornalisti organici ai partiti al governo aprendo la strada ai nuovi “sovranisti” da strapazzo.

Ora si suona un nuovo spartito. E’ sufficiente osservare, tranne rare eccezioni, con quale prudenza hanno trattato per due giorni i disastrosi risultati del vertice sull’immigrazione a Bruxelles: bastava leggere il documento in venti minuti per rendersi conto che eravamo tornati con un pugno di mosche. Timorosi del posto di lavoro e di mettere in pericolo favori e prebende gli italici giornalisti smussano i toni contro Cinquestelle e Lega preparandosi come al solito a diventare gli usignoli dell’imperatore.


*Post Facebook del 4 luglio 2018. Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore.

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