Gli USA vogliono 'contenere' Russia e Cina con il rafforzamento del sistema missilistico THAAD


La strategia degli Stati Uniti è chiara: cercare di contenere l’ascesa della Cina e al contempo provare a staccare la Russia dal blocco dei paesi cosiddetti emergenti. Anche da questo punto di vista è da vedere il vertice di Helsinki. Nel mondo ideale di Trump ci sarebbe una Russia neutrale che permetterebbe agli Usa di andare al confronto più forte con la Cina anche sul versante militare, oltre che commerciale.

Per quanto riguarda il contenimento militare di Cina e Russia, alla fine del mese passato il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (Pentagono) ha deciso di procedere ad una modernizzazione del sistema di Difesa d'area terminale ad alta quota (THAAD) e il Patriot, entrambi installati in Corea del Sud con l’obiettivo di arrestare la presunta minaccia nucleare della Corea del Nord.

Tuttavia, la controversa decisione del Pentagono di migliorare i suoi sistemi anti-missile nella penisola coreana, dove «non c'è più una minaccia nucleare dalla Corea del Nord», secondo quanto affermato dallo stesso presidente degli Stati Uniti Donald Trump, solleva molte domande.

In realtà l’obiettivo è duplice: aumentare la portata del sistema missilistico, come spiegato dall’analista militare di Hong Kong Song Zhongping, di THAAD da 200 a 800 km, per tenere sotto tiro la Cina settentrionale dove l’esercito cinese ha dispiegato molti dei suoi missili chiave. Inoltre, gli USA vogliono raggiungere il sistema russo S-400 che con un costo sei volte minore rispetto a quello statunitense al momento riesce a colpire più lontano e in maniera più efficiente.

«Il Pentagono vuole usare la minaccia nucleare dalla Corea del Nord come scusa per migliorare il THAAD e il sistema Patriot per attaccare la Cina come suo principale nemico e i sistemi di missili balistici russi», ha dichiarato Song al quotidiano South China Morning Post.

Russia e Cina, dal canto loro, ripetutamente hanno denunciato l'installazione di sistemi anti-missile statunitensi nella penisola coreana e hanno avvertito che rappresenta una «seria minaccia» per la loro sicurezza e per gli interessi nazionali.

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