I "ribelli" sostenuti dalla Turchia creano un "esercito" in Siria


Il tentativo è al centro dei piani dei cosiddetti "ribelli" sostenuti dalla Turchia per garantire e governare una striscia di territorio che fa parte dell'ultimo grande baluardo in Siria, ovvero Idlib, come riportato oggi dall'agenzia di stampa britannica Reuters.

"Siamo all'inizio. Stiamo affrontando molte difficoltà, ma stiamo lavorando per superarle (...) Tutto il sostegno per l'Esercito Nazionale è dalla Turchia, non ci sono altri Stati associati in questo affare", ha dichiarato il capo di questa sedicente nuova forza di cui sopra, il Colonnello Haitham Afisi.

Afisi sta cercando di unire le milizie "ribelli". Ha ordinato loro di smettere di "aprire casualmente il fuoco" e di indossare uniformi. A diversi gruppi armati è stato anche proibito di operare nelle loro prigioni e tribunali e di eseguire arresti extragiudiziali.

Secondo l'agenzia britannica, la presenza di forze turche nel territorio siriano ha contribuito a proteggere i "ribelli" dagli attacchi delle forze siriane.

A metà febbraio, l'esercito turco ha installato un nuovo posto di osservazione nella provincia di Idlib, nel quadro della sua operazione 'Ramoscello d'ulivo' un'offensiva su larga scala lanciata il 20 gennaio scorso contro le posizioni delle milizie curde delle YPG nella regione di Afrin, Aleppo.

La Siria ha condannato fin dall'inizio "l'aggressione palese" alla propria sovranità con la presenza delle truppe dalla Turchia, un membro della NATO. Damasco ha chiesto spesso ad Ankara di porre fine alla sua presenza militare nel suo territorio.

Mercoledì scorso, la Russia ha denunciato che, mentre Damasco tenta di raccogliere le sue forze principali in prossimità delle zone settentrionali che sono nelle mani dei terroristi e gruppi armati, Ankara sta rafforzando le posizioni di queste bande nella provincia nord-occidentale di Idlib.

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