di Sergio Cararo (Piattaforma Eurostop)
In queste settimane sta proseguendo, nelle piazze come nei luoghi di lavoro o negli uffici comunali di alcune città, la raccolta di firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare che chiede al Parlamento di consentire i referendum, anche solo consultivi, sui Trattati europei.
La proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare presentata dalla Piattaforma Eurostop alla Corte di Cassazione lo scorso aprile, chiede l’indizione di un referendum di indirizzo sull’uscita dell’Italia dall’Unione Europea e dunque la disdetta dei trattati che la regolano. Tra questi vi è anche il Trattato di Maastricht che contempla l’Unione Economica e Monetaria che ha portato all’introduzione dell’euro.
All’art. 2 è scritto che i quesiti da sottoporre a referendum sono i seguenti:
a) “Ritenete voi che lo Stato italiano debba denunciare il Trattato sull’Unione Europea e il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, per uscire dall’Unione Europea?”;
b) “Ritenete voi che lo Stato italiano debba denunciare il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria (cosiddetto Fiscal Compact) e il Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (MES), per consentire politiche espansive, che contribuiscano al superamento dell’attuale situazione di crisi economica, di disoccupazione e precarietà del lavoro, e alla garanzia di efficaci servizi pubblici?”.
La proposta di legge fa riferimento al precedente del 1989, quando alla Camera dei Deputati venne approvata una legge che consentì di abbinare alle elezioni europee un referendum chiedeva alla popolazione di pronunciarsi sui poteri costituenti da affidare al Parlamento Europeo.
L’Italia fino ad oggi ha sempre ratificato i trattati europei per via parlamentare e non ha mai consentito che su questi si potesse esprimere la popolazione. Unica eccezione, appunto, quella del 1989.
Ma perché questo ostracismo verso una consultazione popolare e democratica sull’adesione ai Trattati europei, oggi meglio compresi e dunque più invisi dalla popolazione? In molti si riparano dietro l’art.75 della Costituzione che vieta i referendum in materia di trattati internazionali. Altri non lo ammettono ma temono proprio che la popolazione possa esprimersi sulla materia.
Nel resto d’Europa in questi anni ci sono stati referendum su questa materia, ma hanno riservato sempre dei severi dispiaceri all’establisment, alla tecnocrazia europea e alle classi dirigenti liberali ed europeiste.
Il 2 giugno del 1992, si è tenuto in Danimarca un referendum sulla ratifica del Trattato di Maastricht. La maggioranza dei danesi votarono no. Ma nel 1993 il referendum viene fatto rifare. E questa volta vincono i sì. Anche la Francia, nel ’92, fa un referendum su Maastricht. Vincono i sì, ma di pochissimo, tanto che i francesi lo chiamano “Le Petit Oui“: Il piccolo sì.
Nel 1994 è la Norvegia a votare sull’adesione all’Unione Europea. E la maggioranza della popolazione vota no. Sei anni dopo, in Danimarca si svolge un referendum, questa volta, sull’Euro. La maggioranza vota no e la Danimarca non entra nell’Eurozona. Poi è toccato all’Irlanda, nel 2001, a votare un referendum sul Trattato di Nizza. Anche qui la maggioranza vota no.
Firmiamo la proposta di legge di iniziativa popolare
COMUNI IN CUI SI PUÒ FIRMARE PER LE LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE
PIEMONTE
Torino
Avigliana
Bussoleno
Chivasso
Ciriè
Collegno
Grugliasco
Ivrea
Moncalieri
Nichelino
Orbassano
Pinerolo
Rivalta
Rivarolo
Rivoli
San Mauro Torinese
Settimo Torinese
Susa
Venaria Reale
Asti
Alessandria
Biella
Cuneo Bra
Novara
Vercelli
LOMBARDIA
Milano
LIGURIA
Genova
Chiavari
Imperia
La Spezia
Savona
FRIULI VENEZIA GIULIA
Trieste
VENETO
Padova
EMILIA ROMAGNA
Bologna
Budrio
Ferrara
Forlì-Cesena
Modena
Parma
Piacenza
Ravenna
LAZIO
Roma
tutti i municipi
PUGLIA
Bari
BASILICATA
Potenza
Matera Montalbano Jonico
Policoro
Scanzano Jonico
CALABRIA
Reggio Calabria
Catanzaro
Cosenza
SICILIA
Catania
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...
di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...
di Alessandro Orsini* C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...
Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa