Il crollo di Wall Street: l'impero globale della finanza funziona così



di Francesco Erspamer*


Volete capire come funziona l'impero globale della finanza, al quale il Pd e la destra berlusconiana apertamente vogliono arrendersi senza condizioni? Analizzate per un attimo la causa del crollo di Wall Street e delle borse.


Il liberista Trump lo ha spiegato chiaramente, come del resto il Wall Street Journal: la colpa è della Fed, la banca centrale americana, che ha alzato i tassi di interesse. In sostanza i "mercati" (leggi: i miliardari che li controllano e i milionari che fanno soldi, tanti soldi, senza lavorare o produrre, solo speculando) sono scontenti che il costo del denaro sia aumentato: si erano abituati ad averlo a zero interesse, in modo poi da poterlo investire a zero rischio, tanto se la speculazione andasse male in America ci sono leggi che proteggono chi fa bancarotta e nel peggiore dei casi a salvare le grandi banche ci pensano i contribuenti.


La Fed ha alzato gli interessi perché l'economia americana è in buona salute; e come potrebbe essere altrimenti visto che le corporation possono assumere e licenziare a piacimento, possono impunemente saccheggiare e danneggiare l'ambiente, e per evadere legalmente le tasse basta che spostino le loro sedi in qualche paradiso fiscale? Ma non gli basta. Il "rentier capitalism" (capitalismo di rendita, che non produce ma prosciuga risorse tramite la speculazione finanziaria) è immensamente cresciuto rispetto ai tempi di Marx, che lo aveva analizzato e decritto. Si tratta di una minoranza della popolazione ma immensamente potente e incapace di alcuna solidarietà e empatia, convinta dunque che tutto le sia dovuto e soprattutto che le sia dovuto per diritto divino, senza nulla dover rischiare. Il successo li ha resi arroganti e l'arroganza li ha resi superficiali, stupidi; stanno portando il pianeta alla catastrofe ambientale e sociale e non saranno mai in grado di accorgersene e tanto meno di rimediare.


Spazzarli via non è più una questione di giustizia; è una questione di sopravvivenza.


* Professore all'Harvard University. Post Facebook del 11 ottobre 2018

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