L'Iran al centro dei colloqui tra i Capi militari di Israele e Arabia Saudita


I media israeliani ritengono che Gadi Eizenkot, Capo di stato maggiore dell'esercito israeliano ha avuto colloqui a Washington martedì scorso con il suo omologo saudita, Fayyad bin Hamed al-Ruwayli per rendere pubblici i suoi legami un tempo segreti con i governi arabi del Golfo Persico.

La radio israeliana Kan ha riferito che entrambi hanno discusso di diverse questioni del Medio Oriente, inclusi i loro problemi con l'Iran, a margine di una conferenza sulla sicurezza dedicata ai comandanti militari.

Oltre ad Al-Ruwayli, Eizenkot ha incontrato anche le sue controparti di diversi stati arabi, di cui la radio non menziona nazionalità. L'incontro tra Eizenkot e Al-Ruwayli è la prima conversazione tra i due leader militari della quale si viene a consocenza.

Lo scorso novembre, dopo aver partecipato a un evento simile, Eizenkot ha concesso una rara intervista al giornale saudita Elaph, in cui ha espresso la volontà di Israele di condividere le informazioni dei suoi servizi di intelligence a Riad per aumentare i loro sforzi congiunti di fronte all'Iran.



"Siamo disposti a condividere la nostra esperienza e le informazioni dei servizi di intelligence con paesi arabi moderati per affrontare l'Iran", dichiarò il generale israeliano all'epoca.

Storicamente l'Arabia Saudita e i paesi arabi del Golfo Persico difficilmente hanno avuto relazioni bilaterali o multilaterali con Israele per l'occupazione dei territori palestinesi, ma negli ultimi anni Tel Aviv ha mantenuto legami segreti di natura economica con alcuni Stati arabi, con il pretesto di "affrontare la minaccia iraniana ".

Secondo quanto pubblicato recentemente, l'Arabia Saudita e Israele stanno addirittura lavorando all'ombra per stabilire un contatto formale.

Nel mese di aprile, principe ereditario saudita, Muhamad bin Salman, ha dichiarato in un'intervista con la rivista 'Time' che il suo paese ha "un nemico comune" con Israele, un riferimento apparente all'Iran, e che potrebbe normalizzare le relazioni immediatamente, una volta che "si risolva il problema della Palestina".

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