A Bruxelles i monarchici nostrani riscrivono la storia



di Fabrizio Poggi

Il Parlamento europeo ha assegnato il cosiddetto premio Sakharov a Oleg Sentsov, motivandolo - non c'è nulla da ridere – con il suo "contributo eccezionale alla lotta per i diritti dell'uomo". E' risaputo che riconoscimenti simili vengono attribuiti, in giro per il mondo, a chi piazza bombe, fa saltare centrali elettriche, organizza cellule terroristiche. Così, l'attuale presidente del Parlamento europeo, l'ex (?) monarchico Antonio Tajani, ha omeliato con pathos tutto latino che il “coraggio e la determinazione” di Oleg Sentsov “sono diventati un simbolo per la lotta di liberazione dei prigionieri politici in Russia e nel mondo”. Dai demo-scudocrociati del PD non avremmo potuto udire parole più cristiane!


Dunque, sull'esempio del Dipartimento di stato USA, che già lo scorso agosto “esigeva” la libertà per il presunto regista, ora anche da Bruxelles si è levata la voce caritatevole a chiedere che “sia immediatamente liberato. La sua liberazione è urgente anche per le gravi condizioni di salute in cui versa a seguito del lungo sciopero della fame”. Uno sciopero della fame che, tra parentesi, Sentsov aveva già interrotto da tempo e che, a detta dei medici e dei responsabili russi per i diritti umani, non lo aveva poi nemmeno particolarmente provato.


Le veline della RAI e degli italici organi di stampa più attenti alle “cose russe” hanno ovviamente precisato che Sentsov “sta scontando in un carcere dell'estremo nord della Russia una condanna a 20 anni per terrorismo. Si era opposto all'annessione della Crimea alla Russia nel 2014”. Dal che si evince che in Russia basta una semplice opposizione - “solo un graffio, ma è bastante”, avrebbe sospirato Mercuzio morente – per essere accusati di terrorismo e beccarsi così vent'anni di regime duro. La formazione di cellule terroristiche e l'organizzazione di due attentati a Simferopoli da parte del gruppo da lui messo in piedi non figurano nelle veline distribuite a Bruxelles. E, d'altronde, è normale che nei paesi UE reati come quelli ascritti a Sentsov cadano automaticamente in prescrizione già all'atto della loro attuazione!


E dunque, ha concluso il proprio sermone il ciociaro trapiantato in Belgio, "E' nostro dovere difendere i diritti umani ovunque nel mondo". Basta infatti dare un'occhiata alla cartina mondiale riepilogativa dei 30 anni del premio Sakharov per rendersi conto di quali “diritti umani” si tratti e quali siano i paesi che, a detta UE, non necessitino di cotanti riconoscimenti, dal momento che in essi nessun “diritto umano” viene violato. Ovvio che, di fronte al “martire” Sentsov, scompaiano ineluttabilmente le centinaia di civili – ci limitiamo a una sola regione – del Donbass imprigionati e torturati nelle galere segrete del regime nazigolpista ucraino.


E a proposito di nazismo, con “cencio che parla male di straccio”, curioso il botta e risposta tra Tajani e l'eurodeputato britannico Nigel Farage. Il primo, a spergiurare che è solo “grazie alla UE” che “nazismo e dittatura comunista” sono scomparsi (per inciso: come da prassi liberal-democratica, il comunismo è una dittatura, mentre il nazismo è qualcosa di etereo); il secondo a rispondergli che no, è solo grazie agli yankee che l'Europa è stata liberata. Di un qualcosa che un tempo si chiamava Armata Rossa e del sangue versato da milioni di militari e civili sovietici, se ne ricordi chi può!


Dunque, ci informa il “savoiardo” nostrano, sarebbe stata l'Unione europea a mettere in campo centinaia e centinaia di divisioni per sconfiggere il nazismo e poi, una volta portato a termine il primo compito, con la semplice adesione alla UE dei paesi dell'Europa orientale, avrebbe fatto fuori anche quella orrenda “dittatura comunista sovietica”, che non ne voleva proprio sapere di scomparire da sola!


Evidentemente, già nelle prossime settimane, da Bruxelles arriverà l'ingiunzione ai 28 paesi UE di riscrivere completamente i manuali di storia: interi capitoli saranno dedicati ai Fronti e gruppi di Armate soviet... pardon, “UE”, che liberarono da 230 divisioni (tra hitleriani e loro alleati) il territorio da Mosca a Berlino, passando per Paesi baltici, Polonia, Cecoslovacchia, giù giù fino a Romania, Bulgaria, Jugoslavia, ecc. e già che c'erano, dopo aver così gloriosamente sconfitto il nazismo, cominciarono a creare le condizioni per abbattere quella agghiacciante – già il solo evocarne il nome ha fatto rabbrividire il nostro aeronautico tele-europeista - “dittatura comunista sovietica”. Per mettere d'accordo anche i riluttanti britannici, si ammetterà solo una nota a piè pagina, sulle scaramucce yankee con una cinquantina di divisioni hitleriane in Francia.


Così si racconta la vera storia!

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