Think-tank pro-Israele: Hezbollah ha più "potenza di fuoco" del 95% degli eserciti del mondo


Uno studio dell''Istituto ebraico per la sicurezza nazionale americana' (JINSA), preparato da diversi alti ufficiali in pensione degli Stati Uniti, mette in guardia contro la devastante minaccia rappresentata dai missili di Hezbollah contro il regime di Israele in caso di una nuova guerra.

"Il prossimo conflitto tra Israele e Hezbollah avrà poca somiglianza con i precedenti conflitti tra Israele e i suoi avversari. I cambiamenti nell'ambiente strategico nei dodici anni trascorsi dall'ultimo conflitto tra Israele e Hezbollah provocheranno morte e distruzione senza eguali, dato che oggi Hezbollah ha più potenza di fuoco del 95 per cento degli eserciti convenzionali del mondo" si avverte il documento.

Attualmente la Resistenza libanese ha più missili di "tutti i membri europei della NATO messi insieme", si legge nel testo, pubblicato giovedì scorso.

Nello specifico, Hezbollah ha un arsenale di "tra 120.000 e 140.000 tra missili e razzi", una cifra che supera i 10.000 missili che aveva avuto nell'ultima guerra con Israele nel 2006.

Oltre ai missili a corto raggio, secondo il rapporto, Hezbollah ha diverse migliaia di razzi a medio raggio e centinaia di missili a lungo raggio e precisione in grado di attaccare obiettivi in ??tutto il territorio palestinese occupato.

Allo stesso tempo, il gruppo libanese ha moltiplicato il numero delle sue truppe, da 13.000 combattenti nel 2006 a circa 25.000 membri attivi del servizio, oltre ad avere tra le 20.000 e le 30.000 forze di riserva.

Ultimamente, i media israeliani hanno indicato che il regime di Tel Aviv potrebbe smettere di bombardare in Siria e concentrarsi sul Libano dopo l'abbattimento, lo scorso settembre, di un aereo russo sul suolo siriano e le tensioni diplomatiche con Mosca.

Da parte sua, il leader di Hezbollah Seyed Hasan Nasrallah ha reso noto, ieri, che risponderà fermamente a qualsiasi attacco israeliano contro il Libano.

"Israele deve affrontare una vera sfida con una situazione che non esiste in nessun'altra parte del mondo", ha dichiarato uno degli autori del rapporto, il generale in pensione Michael S. Tucker, che era il primo comandante generale dell'US Army tra il 2013 ed il 2016.

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