"Lasciato a contare i loro morti": il reportage che smonta la narrativa su Raqqa "liberata"


La riconquista di Raqqa dai terroristi dell'ISIS è stata salutata dai media mainstream come una vittoria importante per la coalizione occidentale un anno fa - anche a dispetto di notizie sconvolgenti di vittime civili e distruzione causate dall'offensiva. Un anno dopo, la città siriana, dove le persone vivono fianco a fianco con macerie e resti umani, fa appena capolino nei media occidentali.

Ma ora un nuovo reportage, corredato da un avvertimento "contiene descrizioni di cadaveri", sta portando testimonianze strazianti di persone che lavorano instancabilmente per recuperare cadaveri da sotto le rovine, ai lettori occidentali. Quello che potrebbe lasciare sorpresi è lo scoprire che gli attacchi aerei guidati dagli Stati Uniti sembrano aver lasciato più vittime civili di quanto riconosciuto pubblicamente.

La storia si apre con una agghiacciante descrizione di "scheletri di due bambini" recuperati da una casa crollata. Altri corpi sono quindi dissotterrati da una fossa comune in quello che era il parco pubblico di Raqqa.

Mentre la coalizione USA sostiene che 104 civili sono stati uccisi in attacchi aerei e bombardamenti, le squadre di emergenza che lavorano sul campo hanno recuperato più di 2.600 cadaveri da gennaio di quest'anno. Citando i lavoratori locali, il reportage afferma che la maggior parte di loro "sono stati uccisi dai civili durante i raid aerei della coalizione durante la battaglia di Raqqa tra giugno e ottobre 2017".


"Raqqa non meritava questa distruzione", dice Yasser al-Khamis, che guida il team di risposta alle emergenze della città. "Ovviamente, abbiamo capito il suo destino perché era la capitale dell'ISIS, ma speravamo che il bilancio delle vittime civili sarebbe stato inferiore".

Un anno dopo la campagna militare guidata dagli Stati Uniti contro l'ISIS finita a Raqqa, la squadra di Khamis sta ancora recuperando i resti delle perdite della battaglia. Proprio questo triste lavoro quotidiano sta rivelando un numero di vittime civili drammaticamente superiore alla valutazione offerta dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti contro l'ISIS.

Secondo Airwars, un gruppo di ricerca indipendente che monitora i conflitti anti-ISIS in Iraq e Siria, gli Stati Uniti sono responsabili di circa il 95 per cento dei bombardamenti aerei e di tutte le raffiche di artiglieria a Raqqa. Anche il Regno Unito e la Francia hanno partecipato all'offensiva.


I dati forniti ad Airwars dal comando centrale delle forze armate statunitensi mostrano che la coalizione ha lanciato almeno 21.000 munizioni - attacchi aerei e artiglieria - in città in poco più di quattro mesi.

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