La Lega, populista e liberista, guadagna consensi perché le è stato lasciato il monopolio dell’opposizione alle migrazioni incontrollate e illimitate



di Francesco Erspamer - themisemetis.com

Il bifrontismo della lega è evidente: ha un volto populista e un volto liberista. Forse è la sua natura, un’intrinseca contraddizione; forse invece si tratta di doppio gioco, a fregare il M5S oggi o magari i berlusconiani e piddini domani. Ma è davvero così importante? Molto meno di capire come mai ottenga tanti consensi; non quanti gliene attribuiscono i sondaggi, inattendibili e spesso manipolati, ma certamente più di quanti ne meriterebbe un partito che si dice antisistema e intanto continua a operare a favore della casta e dei corrotti. Come mai insomma la Lega non paga per la sua inaffidabilità, per i suoi tanti errori, per gli scandali, per le sue posizioni sul condono, sul TAV, sulla giustizia e il conflitto di interessi?

Per un solo motivo: perché le è stato lasciato il monopolio dell’opposizione alle migrazioni incontrollate e illimitate (ripeto: incontrollate e illimitate), esattamente come a Trump negli Stati Uniti, un pallone gonfiato di scarsa intelligenza che senza la sua retorica xenofoba non avrebbe ottenuto neanche la nomination repubblicana, malgrado i suoi miliardi e l’incessante attenzione regalatagli dai media. Anche chi, come me, lo detesta, però pensa che la sua retorica (non si tratta che di retorica) sia giustificata: il multiculturalismo è completamente fallito, in America e ovunque sia stato imposto ad alimentare una deriva culturale e morale che ha oggettivamente avvantaggiato le multinazionali e i ricchi, da sempre globalisti. In Italia c’è poi l’aggravante che è un paese sovrappopolato, benestante ma non ricco, e che ha storicamente compensato la scarsità di risorse naturali con risorse umane che richiedono una forte coesione sociale e culturale (che altri chiama provincialismo). La gente ordinaria, i lavoratori, la classe media, avvertono il disagio: la frammentazione sociale aumenta, la criminalità pure, l’accattonaggio è tornato dopo essere scomparso negli anni ottanta, e palpabile è la comprensibile ostilità di chi arriva con grandi speranze e non le può realizzare. Così il fastidio scivola nell’insicurezza, l’insicurezza nella paura. Solo gli intellettuali non se ne accorgono: non è una novità, già Gramsci aveva notato che nel nostro paese sono sempre stati cosmopoliti e non nazionali, interessati ai diritti universali e mai a quelli concreti del popolo.

La Lega può permettersi qualunque cosa perché per molti elettori, magari una minoranza ma ampia, la priorità è diventata la difesa del proprio stile di vita, delle proprie abitudini sociali e mentali, che avrebbe accettato di correggere nel tempo ma non di colpo. Poi basta che un altro gruppo di interesse si aggreghi ed ecco raggiunta la maggioranza. Ovviamente Salvini non fermerà mai la globalizzazione perché è il sistema che conviene ai rampanti veri o immaginari che costituiscono la sua base e ai poteri forti che lo appoggiano. Ma in mancanza di alternative la sua retorica è sufficiente; perché dall’altra parte non ci sono posizioni moderate, ragionevoli: dall’altra parte ci sono il meticciato come “manifest destiny” promosso da Scalfari e La Repubblica e la correttezza politica alla Boldrini, Del Rio e Bonino, che marchiano come fascista chiunque chieda che gli stranieri che vogliono entrare in Italia vengano sottoposti a verifiche e obbligati a rispettare la legge, evitando di ammettere chi non ci si può permettere di integrare o chi non vuole integrarsi.

Non si uscirà mai dal neocapitalismo senza una resistenza autenticamente di sinistra, ossia senza un programma nazionale popolare che includa una regolamentazione e pianificazione dell’immigrazione e una difesa delle comunità e delle autonomie locali, in una parola della vera diversità, contro l’omogeneizzazione planetaria del consumismo compulsivo. In Italia il M5S sta muovendosi nella direzione giusta però deve far passare al più presto una legislazione generosa quanto severa sulla questione. Fino ad allora la Lega godrà di un ampio sostegno popolare; ma quando il timore delle migrazioni cessasse, scomparirebbe.

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