L'Arabia Saudita ha negoziato con Israele l'acquisto di un software di spionaggio


La compagnia israeliana in questione è la NSO Group Technologies che ha offerto all'Arabia Saudita un software, noto come Pegasus, che trasforma gli smartphone in dispositivi di ascolto, secondo quanto ha pubblicato oggi il quotidiano Haaretz.

Secondo le informazioni, i colloqui si sono svolti nel 2017 a Vienna, tra due uomini d'affari di NSO e Abdullah al-Malihi - uno stretto collaboratore del principe Turki al-Faisal, ex direttore dell'Intelligence e Naser al Arabia - e Qahtani, che si presentò come vice capo dell'intelligence saudita.

Durante l'incontro, i funzionari della compagnia israeliana hanno mostrato una presentazione in PowerPoint delle funzionalità del sistema che avrebbero venduto a Riad. Hanno chiesto ad Al-Qahtani di andare in un centro commerciale vicino, a comprare un iPhone e dargli il suo numero. Poi, hanno mostrato come questo fosse sufficiente per hackerare il nuovo telefono.

I negoziati hanno scatenato le critiche, fatte poco prima del principe ereditario saudita, Salman bin Muhamad, lanciasse una campagna di purghe contro gli oppositori della monarchia araba, in particolare nel cyberspazio.

La rivelazione arriva mentre, come si è recentemente affermato che NSO ha aiutato l'Al Saud per spiare i suoi avversari, tra cui il satirico Qanem al-Masrir, l'attivista per i diritti umani Yahya Asiri, e Omar Abdulaziz.

Questi tre uomini, ha rivelato Haaretz, erano in contatto con il giornalista saudita Jamal Khashoggi, prima di essere assassinato il 2 ottobre scorso nel consolato saudita a Istanbul.

NSO non è l'unica azienda israeliana che ha aiutato l'Arabia Saudita a migliorare le sue capacità cibernetiche. Nel febbraio 2017, la società tecnologica israeliana IntuView ha confermato che, su richiesta della famiglia reale saudita, aveva accettato di rafforzare tutti i suoi sistemi cibernetici.

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